Sfortunatamente, il concetto della felicità
è un concetto così indeterminato che,
sebbene ogni uomo desideri giungere ad essa,
nessuno tuttavia è in grado di dire determinatamente
e coerentemente che cosa, in verità, desideri e voglia.
Causa di ciò è che tutti gli elementi che concorrono
a formare il concetto della felicità sono empirici,
ossia devono essere tratti dall’esperienza,
mentre all’idea della felicità si richiede un tutto assoluto...
un massimo di benessere nella propria condizione attuale
e in ogni stato futuro...!
In breve, nessuno è in grado di determinare con piena certezza,
in base a un qualsiasi principio,
che cosa effettivamente lo renderà felice...
perché, per questo sarebbe necessaria l’onniscienza.
E’ impossibile, quindi,
agire secondo principi determinati in vista della felicità.
13 anni e 4 mesi fa
Risposte successive (al momento 44) di altri utenti.
Salvatore...!
Ascolta...
quando non ho la mente occupata...
nel fare qualcosa...
inizio a pensare...
(il più delle volte...involontariamente)
a cose ne*ga*tive finchè...
non arriva LEI che mi fa venire...
la ta*chic*ardia o senso di nau*sea...!
"La Sof*ferenza" Cerco di sforzarmi e pensare positivo...
ma non riesco perché...
tutto ciò che mi fa o fatto sof*frire...
prende il soppravvento...!
Sono una persona molto sensibile e...
rimango molto male quando vedo l'indifferenza...
o l'inv*idia... sia se viene esercitata su me...
o sugli altri...!
Sono arrivata a pensare che...
le persone sensibili
sof*frono di più...!
Parlo di quelle persone che...
involontariamene...
captano i ma*li della società...
o le cat*tiverie altrui...!
Conviene forse...
essere più stu*pidi e non capire nulla...!
Ma come si fa...?
Le persone sensibili sono con*dan*nate
a sof*frire per sempre...?
La poesia cerca sovente di rinverginarsi,
ricorrendo al simbolismo, alle memorie dell'infanzia
e anche ai miti.
Confessa di sentire in queste forme spirituali
un'alta tensione immaginativa che le fa gola
e s'illude che per derivare questa tensione
nel suo campo basti un atto della volontà.
Ricalca le forme del mito e del simbolo,
sperando che in esse torni a battere magicamente il cuore.
Ma dimentica che essa sa d'inventare e che il mito vive invece di fede.
Nelle formule prese a prestito dorme un assoluto che,
soltanto se accolto come rivelazione vitale prima che poetica,
può ridestarsi. Tuttavia accade talvolta
che intorno allo scheletro vecchio cresca e fiorisca
una nuova carne che è tutt'altro
da quello che il creatore s'attendeva e sapeva.
Non si parla qui della poesia, che è sempre possibile,
specie quando la si vuole e in definitiva dipende soltanto
dalla pazienza e dall'occhio netto.
Ma di quell'immagine o ispirazione centrale,
formalmente inconfondibile, cui la fantasia di ciascun creatore
tende inconsciamente a tornare e che piú lo scalda
con la sua onnipresenza misteriosa.
Mitica è quest'immagine in quanto il creatore
vi torna sempre come a qualcosa di unico,
che simboleggia tutta la sua esperienza.
Essa è il fuoco centrale non soltanto della sua poesia,
ma di tutta la sua vita.
Quanto piú essa è capace e robusta,
tanto piú ampia e vitale è la poesia che ne sgorga.
Ma, inutile dire,
non appena il creatore se n'è reso conto criticamente e
continua a sfruttarla, la poesia si spegne.
Ciao Federica
13 anni e 4 mesi fa
Risposte successive (al momento 1) di altri utenti.
è un concetto così indeterminato che,
sebbene ogni uomo desideri giungere ad essa,
nessuno tuttavia è in grado di dire determinatamente
e coerentemente che cosa, in verità, desideri e voglia.
Causa di ciò è che tutti gli elementi che concorrono
a formare il concetto della felicità sono empirici,
ossia devono essere tratti dall’esperienza,
mentre all’idea della felicità si richiede un tutto assoluto...
un massimo di benessere nella propria condizione attuale
e in ogni stato futuro...!
In breve, nessuno è in grado di determinare con piena certezza,
in base a un qualsiasi principio,
che cosa effettivamente lo renderà felice...
perché, per questo sarebbe necessaria l’onniscienza.
E’ impossibile, quindi,
agire secondo principi determinati in vista della felicità.
Ascolta...
quando non ho la mente occupata...
nel fare qualcosa...
inizio a pensare...
(il più delle volte...involontariamente)
a cose ne*ga*tive finchè...
non arriva LEI che mi fa venire...
la ta*chic*ardia o senso di nau*sea...!
"La Sof*ferenza"
Cerco di sforzarmi e pensare positivo...
ma non riesco perché...
tutto ciò che mi fa o fatto sof*frire...
prende il soppravvento...!
Sono una persona molto sensibile e...
rimango molto male quando vedo l'indifferenza...
o l'inv*idia... sia se viene esercitata su me...
o sugli altri...!
Sono arrivata a pensare che...
le persone sensibili
sof*frono di più...!
Parlo di quelle persone che...
involontariamene...
captano i ma*li della società...
o le cat*tiverie altrui...!
Conviene forse...
essere più stu*pidi e non capire nulla...!
Ma come si fa...?
Le persone sensibili sono con*dan*nate
a sof*frire per sempre...?
Ciao carissimo
"la tristezza provocata dallimpossibilità di ritornare in patria"
Sì...nostalgia della mia "PATRIA"
Ma non fa attinenza con la frase in discussione...!
ricorrendo al simbolismo, alle memorie dell'infanzia
e anche ai miti.
Confessa di sentire in queste forme spirituali
un'alta tensione immaginativa che le fa gola
e s'illude che per derivare questa tensione
nel suo campo basti un atto della volontà.
Ricalca le forme del mito e del simbolo,
sperando che in esse torni a battere magicamente il cuore.
Ma dimentica che essa sa d'inventare e che il mito vive invece di fede.
Nelle formule prese a prestito dorme un assoluto che,
soltanto se accolto come rivelazione vitale prima che poetica,
può ridestarsi. Tuttavia accade talvolta
che intorno allo scheletro vecchio cresca e fiorisca
una nuova carne che è tutt'altro
da quello che il creatore s'attendeva e sapeva.
Non si parla qui della poesia, che è sempre possibile,
specie quando la si vuole e in definitiva dipende soltanto
dalla pazienza e dall'occhio netto.
Ma di quell'immagine o ispirazione centrale,
formalmente inconfondibile, cui la fantasia di ciascun creatore
tende inconsciamente a tornare e che piú lo scalda
con la sua onnipresenza misteriosa.
Mitica è quest'immagine in quanto il creatore
vi torna sempre come a qualcosa di unico,
che simboleggia tutta la sua esperienza.
Essa è il fuoco centrale non soltanto della sua poesia,
ma di tutta la sua vita.
Quanto piú essa è capace e robusta,
tanto piú ampia e vitale è la poesia che ne sgorga.
Ma, inutile dire,
non appena il creatore se n'è reso conto criticamente e
continua a sfruttarla, la poesia si spegne.
Ciao Federica