Secondo me stiamo esagerando. Suggerisco a tutti di confrontare coi verbali dei precedenti concorsi negli archivi. Al volo vi dò questo, ma cercatevi anche gli altri.
https://www.pensieriparole.it/pdf/verbale-come-un-granello.pdf
Mi sembra piuttosto discutibile accusare l'operato dello Staff, sulla base di successioni numeriche particolari. Chiunque sia stato in un laboratorio di fisica o abbia fatto un po' di statistica non si sorprenderà di certo di fronte alla bassa probabilità di avere medie voti così vicine, fatto di per sé molto meno improbabile di un sacco di altri fatti quotidiani. Non conosco la vincitrice che è stata accusata di plagio, ne di persona l'autrice che sarebbe stata da lei copiata, ma non immagino come possa sentirsi, leggendo questi commenti. Ci sono seimila concorsi letterari all'anno e ben pochi offrono la possibilità di visualizzare i verbali online così facilmente.
Anche io penso che molte opere tra le finaliste siano di dubbio valore letterario. Ti dirò Giuseppe che le tue poesie in genere sono molto lontane dalla mia definizione di "poesia", per essere un po' provocatorio (poi però leggo "Come un filo d'erba", e resto affascinato). Alla fine sono solo opinioni, le mie come le tue, e in questo contesto non esistono fatti, ma solo interpretazioni.
Un saluto a tutti.
12 anni e 7 mesi fa
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Ciao Sir,
molto volentieri. Il titolo racchiude in un certo senso l'intera poesia, mi spiego. Nei primi due versi c'è un'affermazione nietzschiana di nichilismo attivo e di volontà di potenza: l'individuo annuncia un'impresa impensabile, "ridipingere il sole", e con ciò "rinascere", come l'uomo primitivo si è imposto agli albori della civiltà umana (e riguardo a quest'ultima la parola estinta ne descrive il declino figurato).
Si passa poi a una fase di semi-accettazione di questo declino (che poi verrà spiegato), impersonata dal sorriso grottesco verso le città di carta (figuratamente, e nel finale sarà chiaro, la società degli "ideali").
La parte finale chiude il climax discendente, dal nichilismo attivo, a quello passivo, alla mera constatazione di come siano realmente andate le cose: la vittoria degli ideali sulla vita, delle idee sul corpo e la materia.
Il titolo si ricollega al punto di partenza e di arrivo, il nichilista appunto "spara", ma si ritrova a colpire le nubi, figuratamente nulla.
Spero di essere stato abbastanza chiaro, non è sempre facile neanche per me ricordarmi ogni particolare di ciò che scrivo.
12 anni e 9 mesi fa
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https://www.pensieriparole.it/pdf/verbale-come-un-granello.pdf
Mi sembra piuttosto discutibile accusare l'operato dello Staff, sulla base di successioni numeriche particolari. Chiunque sia stato in un laboratorio di fisica o abbia fatto un po' di statistica non si sorprenderà di certo di fronte alla bassa probabilità di avere medie voti così vicine, fatto di per sé molto meno improbabile di un sacco di altri fatti quotidiani. Non conosco la vincitrice che è stata accusata di plagio, ne di persona l'autrice che sarebbe stata da lei copiata, ma non immagino come possa sentirsi, leggendo questi commenti. Ci sono seimila concorsi letterari all'anno e ben pochi offrono la possibilità di visualizzare i verbali online così facilmente.
Anche io penso che molte opere tra le finaliste siano di dubbio valore letterario. Ti dirò Giuseppe che le tue poesie in genere sono molto lontane dalla mia definizione di "poesia", per essere un po' provocatorio (poi però leggo "Come un filo d'erba", e resto affascinato). Alla fine sono solo opinioni, le mie come le tue, e in questo contesto non esistono fatti, ma solo interpretazioni.
Un saluto a tutti.
molto volentieri. Il titolo racchiude in un certo senso l'intera poesia, mi spiego. Nei primi due versi c'è un'affermazione nietzschiana di nichilismo attivo e di volontà di potenza: l'individuo annuncia un'impresa impensabile, "ridipingere il sole", e con ciò "rinascere", come l'uomo primitivo si è imposto agli albori della civiltà umana (e riguardo a quest'ultima la parola estinta ne descrive il declino figurato).
Si passa poi a una fase di semi-accettazione di questo declino (che poi verrà spiegato), impersonata dal sorriso grottesco verso le città di carta (figuratamente, e nel finale sarà chiaro, la società degli "ideali").
La parte finale chiude il climax discendente, dal nichilismo attivo, a quello passivo, alla mera constatazione di come siano realmente andate le cose: la vittoria degli ideali sulla vita, delle idee sul corpo e la materia.
Il titolo si ricollega al punto di partenza e di arrivo, il nichilista appunto "spara", ma si ritrova a colpire le nubi, figuratamente nulla.
Spero di essere stato abbastanza chiaro, non è sempre facile neanche per me ricordarmi ogni particolare di ciò che scrivo.