Dario Pautasso

Parlo di una tristezza più profonda, che isola, spezza le parole, ammutolisce le coscienze. In tali casi il proprio stato appare cosi' infimo e vergognoso da ritenere di doverlo nascondere con tutte le energie che rimangono. Non appena questa nube si dissolve anche un poco, diventa quasi catartico, per non dire lieve ricordare quel dolore insopportabile. Ergo: se puoi permetterti di parlarne, di riconoscerlo, non sei più cosi' triste.

E' la storia dell'uomo in fondo, no?

Risollevati serenamente. E' un pensiero fin troppo mediocre, a meno che tu non l'abbia vissuto. :)

Ciao Giuditta.

Non muore, ma talvolta si converte... in o*dio! :)

Mi fai riflettere anche tu, ma non so cosa risponderti.... scrivo per quello che provo, probabilmente sbaglio... Ad ogni modo "c'è amore un po' per tutti
e tutti quanti hanno un amore
sulla cat*tiva strada
sulla ca*ttiva strada."

Divano? Dove abiti? Qui abbiamo seggiole in legno...

Scrivi pensieri molto interessanti... pieni di storia personale, di realismo e di speranza.