Scritta da: Alberto Iess
Infondo cosa separa l'uomo da quella che chiama felicità? Una pozione: coraggio.
Composta domenica 11 luglio 2010
Infondo cosa separa l'uomo da quella che chiama felicità? Una pozione: coraggio.
Il miglioramento necessita assolutamente della sperimentazione.
Chi va in cerca di vette sconosciute, rischia più di quanto possa pensare. Una volta che ti cimenti nella ricerca dell'ignoto, devi assolutamente trovarlo, sennò esso ti rincorrerà ovunque nei sogni e nei pensieri. Poi s'impossesserà di te e tu muorirai della tua brama tremenda. E non potrai più tornare in alto, non avendone più le forze. Sarai massacrato dal peso del non sapere, del non conoscere, del non trovare.
La vita è argento vivo: più ti ci aggrappi, più la ami, più ti fugge, più ti avvelena.
Spariscano i freni, spariscano le dighe che allagano il nostro volere! Bisogna ora gettare ogni terribile ostacolo e sottoporsi allo slancio delle nostre forze istintive, i nostri guerrieri di vita. Adagiarsi su materassi di foglie dorate e vizi sfrontati.
Sapete perché ha successo chi considera la vita una guerra? Semplice, in guerra il coraggio diventa dovere. L'audacia si nutre sempre di un'opposizione. Tu sei là, i tuoi obiettivi son qua: vieni a prenderli, soldato.
Il problema è che ha molto più senso un mondo senza senso!
Il volo ed il sogno hanno molto in comune; vedere la terra senza calpestarla è un po' come pensare un'azione e non compierla.
A volte dovremmo, come gli alberi d'autunno, gettar le foglie secche del nostro passato.
Infondo il nostro cuore umano è la più grande puttana che vi sia, perché batte ovunque, felice o triste che sia, con ogni sensazione. Ed è anche la più infelice perché quando smette di battere muore.