Scritta da: valescuncy
in Frasi & Aforismi (Libri)
E i giorni smisero di avere un nome...
Composta mercoledì 23 settembre 2009
dal libro "Il gioco dell'angelo" di Carlos Ruiz Zafón
E i giorni smisero di avere un nome...
"Lei non può capire Daniel perché è giovane, ma col tempo
si renderà conto ché è più importante cedere che dare.
Bernarda e io abbiamo parlato a lungo. È nata per essere madre,
lei lo sa bene. La sua gioia più grande, io credo, sarebbe avere
dei figli. E a me quella Donna piace più delle pesche sciroppate.
Si figuri che per lei sono persino disposto a rimettere piede
in una chiesa, dopo trentadue anni di totale astinenza clericale,
per recitare i salmi di san Serafino o di qualsiasi altro beato".
"Come corre, Fermìn, vi conoscete appena..."
"Alla mia età, Daniel, se non hai le idee chiare sei fottuto. Ci sono
due o tre ragioni per cui vale la pena di vivere, tutto il resto è letame. In passato ho fatto molte sciocchezze, ma ora il mio unico desiderio è rendere felice Bernarda e morire tra le sue braccia, quando sarà il momento. Voglio essere di nuovo
un Uomo rispettabile. Non per me, io me ne infischio del rispetto di quel branco di scimmie che sono gli esseri umani, ma per lei.
Perché Bernarda crede negli sceneggiati, nei preti, nella rispettabilità e nella Madonna di Lourdes. È fatta così e io le voglio bene per come è, e non toglierei un solo pelo di quelli che ha sul mento. Per questo desidero che sia fiera di me.
Voglio che pensi: Il mio Fermìn è un grand'uomo,
come Cary Grant, Hemingway o Manolete".
A partire da quell'estate, le nostre strade si sarebbero divise e, malgrado le nostre promesse e le amabili bugie che ci eravamo venduti da soli, sapevamo che il vincolo che ci aveva uniti non avrebbe tardato a dissolversi come un castello di sabbia in riva al mare.
La principale differenza tra l'uomo e la donna è che l'uomo antepone sempre lo stomaco al cuore. La donna fa sempre il contrario.
Uno non sa cosa sia la sete fin quando non beve per la prima volta.
Nei miei sogni di adolescente, lei e io saremmo sempre stati due amanti che fuggivano in sella a un libro, pronti a dileguarsi in un mondo immaginario fatto di illusioni di seconda mano.
È la tua voce che mi tranquillizza. È il tuo modo di parlare, il tuo modo di chiamarmi, quel nomignolo che mi riservi. È che sei tu. E quando si tratta di te, io non lo so che mi succede. Per quanto cerchi di trattenermi, se si tratta di te io sono felice.
A volte è più facile confidarsi con un estraneo. Chissà perché.
Forse perché un estraneo ci vede come siamo realmente, e non come vogliamo far credere di essere.
Voltaire diceva che i peggiori misogini sono sempre state le donne.
Una delle tante insidie dell'infanzia è che non è necessario capire per soffrire.