Fredde son le parole usate per troncar le relazioni, vocaboli impazziti soffrono nel turbinio delle espressioni. Gli apostrofi le virgole e gli accenti cercano riparo fuggendo via da questo modo di parlar per loro ignaro. Parentesi sorelle riparan le parole spaventate dal finale amaro. Pareti stanche d'assorbir tragedie rilasciano parole dette al buio sussurrate piano, Frasi d'amore nel cassetto ricordano un... Ti amo.
Trovo il tuo sguardo dentro nuvole di vento, trovo il tuo sguardo e non provo alcun rimpianto. Vorrei trovar me stesso e volare insieme a te... nel vento.
Incontri casuali decisi dal vento accendono giorni ormai spenti da tempo, le strette di mano ridanno calore agli andati momenti vissuti col cuore, parlar della vita che piano ci segna, degli anni che vanno e si bruciano come fuoco di legna. Ritornano in mente le frasi più usate, gli sbagli, le donne, le mille cazzate, giornate a parlar del futuro nelle nostre mani lasciando da parte il momento, pensando al domani. Il domani poi arriva e stravolge le cose, e riempie di spine la vita come gambo di rose, divide le strade allontana, e noi siamo soffi di tramontana, vediamoci ancora, che dici, va bene dai ci sentiamo. Ciao dolci ricordi sbocciati di colpo da una stretta di mano.
Schiene ricurve ricamano di vita i campi nelle messi, volti segnati da profonde rughe assorbono i riflessi, ornano il capo i cappelli dalla larga falda giallo paglia, lucide falci incrociano i raggi del sole che nel brillar si staglia. Grano dorato ondeggia nell'attesa delle affilate lame, involucri sottili rivestono i piccoli chicchi impazienti di trasformarsi in pane. Mietere il grano a mano, chissà se esiste ancora chi lo fà, entra nei campi il rombo del progresso spazzando via quei tempi là, ne sentono mancanza le grandi aie dove dopo fatica si faceva festa, tovaglie stese a sventolare è quello che ne resta. Orfani attrezzi agricoli arredano i musei nel ricordar le gesta.