Le migliori frasi di Friedrich Wilhelm Nietzsche

Filosofo e poeta, nato martedì 15 ottobre 1844 a Röcken, vicino Leipzig (Germania), morto sabato 25 agosto 1900 a Weimar (Germania)
Questo autore lo trovi anche in Poesie, in Umorismo, in Racconti e in Proverbi.

Scritta da: Nietzsche87
Perché esista arte, perché esista un qualsiasi fare e contemplare artistico, è indispensabile un presupposto fisiologico: l'ebbrezza. L'ebbrezza deve prima aver accresciuto l'eccitabilità dell'intera macchina: altrimenti non si giunge all'arte. Tutte le specie di ebbrezza per quanto diversamente condizionate, possiedono la forza di far ciò: soprattutto l'ebbrezza dell'eccitazione sessuale, la più antica e originaria forma di ebbrezza. Ugualmente l'ebbrezza che sopraggiunge al seguito di tutte le grandi brame, di tutti i forti affetti; l'ebbrezza della festa, della gara, del pezzo di bravura, della vittoria, di ogni commozione estrema; l'ebbrezza della crudeltà; l'ebbrezza della distruzione; l'ebbrezza prodotta da determinati influssi meteorologici, per esempio l'ebbrezza della primavera; oppure dall'influsso dei narcotici; infine l'ebbrezza della volontà, di una volontà sovraccarica e turgida. - l'essenziale dell'ebbrezza è il senso dell'aumento di forza e della pienezza. Da questo si comunicano sentimenti alle cose, le si costringe a prendere da noi, le si violenta - questo processo vien detto idealizzare. Sbarazziamoci qui di un pregiudizio: idealizzare non consiste, come comunemente si crede, nel togliere o eliminare ciò che è piccolo, secondario. Quel che importa è piuttosto spinger fuori, grandiosamente, i tratti principali in modo che gli altri scompaiano.
Friedrich Wilhelm Nietzsche
Composta venerdì 3 giugno 2011
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    La più cruda luce diurna, la razionalità ad ogni costo, la vita chiara, prudente, cosciente, senza istinti, in contrasto con gli istinti, era essa stessa soltanto una malattia diversa, e in nessun modo un ritorno alla virtù, alla salute, alla felicità.
    Friedrich Wilhelm Nietzsche
    Composta lunedì 18 marzo 2013
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      Quando venni la prima volta tra gli uomini commisi la stoltezza degli eremiti, la grande stoltezza: mi misi sul mercato.
      E quando parlai a tutti, non parlai a nessuno. E la sera, i miei compagni erano funamboli e cadaveri; e io stesso ero quasi un cadavere.
      Ma il mattino seguente mi portò una nuova verità: fu allora che imparai a dire: "Che mi importa del mercato e della plebe e il chiasso della plebe e le orecchie lunghe della plebe?"
      E voi, uomini superiori, questo imparate da me: sul mercato nessuno crede agli uomini superiori. E, se proprio volete parlare lì, sia pure! Ma la plebe ammiccherà: "Noi siamo tutti uguali!"
      "O uomini superiori, non ci sono uomini superiori, noi siamo tutti uguali, l'uomo è uomo; davanti a Dio, siamo tutti eguali!"
      Davanti a Dio! - Solo che questo Dio è morto. Davanti alla plebe, invece, non vogliamo essere eguali. O uomini superiori, andate via dal mercato!
      Davanti a Dio! - Solo che questo Dio è morto. O uomini superiori, questo Dio era il vostro più grande pericolo.
      Friedrich Wilhelm Nietzsche
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