Scritta da: Giulio Pintus
in Frasi & Aforismi (Società)
A chi si può chiedere il sangue per guarire gli ammalati facoltosi? Ai poveri: non hanno molto altro e sono sempre generosi.
Composta sabato 19 marzo 2011
A chi si può chiedere il sangue per guarire gli ammalati facoltosi? Ai poveri: non hanno molto altro e sono sempre generosi.
Non sempre ciò che ti fa volare ti porta da qualche parte.
A volte è cadendo che ci arrivi.
Per rendere l'uomo ladro, la donna crea l'occasione.
Per rendersi grande, l'uomo deve evitare le ladre.
Si continua a percorrere la medesima strada nella convinzione che un giorno, questa, ci condurrà altrove.
Col tempo anche i nemici diventano cari.
L'onestà di solo uno di loro vale quella di cento amici.
Un vero nemico diventa inconsapevolmente un punto di riferimento.
L'amore è un volo su un aereo supersonico, il pilota sei tu ma i comandi non rispondono, cerchi il paracadute ma non c'è, allora cerchi al più presto di effettuare un ' atterraggio d'emergenza e una volta sceso, voltandoti, guardi il tuo jet: un aeroplanino di carta.
Avevo solo un sogno da realizzare: non realizzarlo.
Nessun aquilone suscita libertà e pace...
Nessuno è in grado di farti guardare il cielo e sorridere...
Nessuno, legato con una catena.
Non so cosa sia l'amore, ma credo di sapere cosa siamo noi per questo misterioso sentimento.
Siamo dei vestiti, veniamo indossati al bisogno, o secondo un impulso capriccioso che ci fa preferire a qualche altro abito.
Ecco, la cosa più singolare è che dopo averci usato per un po' pare stancarsi di noi e, dopo tante serate in cui ci si sente cuciti su misura sul suo corpo, ci si ritrova confinati tra vecchie e polverose vesti consunte e sgualcite, sottane, frac, paillettes e magliette, tutti immancabilmente divenuti troppo larghi.
L'amore è a dieta.
Mi ero convinto, in quella notte d'estate, di aver scritto qualcosa di buono. Mi pareva d'essere arrivato ad un punto conclusivo inconfutabile, un traguardo logico di conoscenza dell'uomo, dei suoi bisogni, dei suoi desideri. Mi sembrava quasi di conoscere tali verità da sempre, come se fossero palesi e semplici e che fossero state, fino a quella notte di ginepri e zanzare, sempre là, appena celate da un velo di superficialità e distrazione, pronte e desiderose d'essere scorte dalla meticolosa e cieca ricerca del caso.
E rimanevo dell'idea, mentre rileggevo il tutto, che ero stato davvero bravo e fortunato ad essere arrivato fino a quel punto del pensiero, ma più mi raccontavo questa storia più era chiaro che io non ero arrivato in nessun punto, poiché, in realtà, era il pensiero stesso quel punto. E, se nell'universo, vi sono miliardi di punti, vi debbono essere altrettanti punti conclusivi, e dunque non avevo scritto nulla di, poi, così eccezionale: avevo solo impresso su un foglio niente più che un punto, in una torrida notte di ginepri e zanzare. Ah, punto!