Scritta da: lafiorentina
in Frasi & Aforismi (Amore)
Avrei dovuto amarti come meriti, con la naturalezza del cielo che abbraccia un albero, come l'acqua che scava la roccia. Così. Senza peso, ma per sempre.
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Avrei dovuto amarti come meriti, con la naturalezza del cielo che abbraccia un albero, come l'acqua che scava la roccia. Così. Senza peso, ma per sempre.
"Claudia era qui, ma è uscita a fumare una sigaretta."
Lo disse come chi racconta una notizia qualunque, semplicemente mi relazionò dell’accaduto. Dentro me, le sue parole riaprirono uno porta. I cardini scricchiolarono e uno spiraglio di luce penetrò il buio di un passato che credevo di avere sepolto per sempre.
Il vento bussava alla finestra e aveva la voce del lupo. Urlava, soffiava, strideva contro il vetro. Era il giorno del mio decimo compleanno, disteso sul letto fissavo la boccia bianca del lampadario e lasciavo vagare i pensieri. Guardai l'orologio alla parete, le lancette delimitavano con precisione il quarto sinistro del quadrante. Erano le nove di mattina, in quel momento la vita mi gettava sulle spalle un anno in più.
La bellezza è un simmetrico corrispondersi di deliziose imprecisioni.
Non smettere di camminare. A volte anche le strade sbagliate portano nel posto giusto.
Mi ami e si scompone l'universo.
Sono un uomo provvisorio. Cambio colore come le stagioni.
Non vivere nel mondo di ieri e lascia andare ciò che sei stato, il ricordo, le delusioni, le gioie. Regala tutto al passato, perché il tempo è un fiume che scorre e non puoi nuotare controcorrente. Affidati al flusso del presente e perdona ciò che non c'è più. Se ancora ci pensi, probabilmente stai continuando a innaffiare una pianta morta.
Spirito gettò gli occhi nel cielo, lasciandoli andare come due passeri liberati. Era alto e luminoso, lontano, eppure così vicino da poterlo toccare. Sembrava una distesa di acqua trasparente e in quel mare capovolto sopra la sua testa si sentì talmente piccolo da perdere il fiato. Seguì il volo lento di un'aquila reale e osservò incantato le grandi ali immobili, erano mani aperte che solcavano le nuvole.
Ci spogliammo ansimando. Claudia mi tolse i vestiti tutti insieme, sbucciandomi come un frutto maturo. Finalmente liberi, felici di essere al centro del mondo. Entrai in lei prepotentemente, come un re che riprende possesso del regno senza chiedere permesso, rivendicando semplicemente un diritto. In silenzio e guardandola negli occhi. E fu pioggia e uragano, passione come lava sulla pelle, l'esplosione primordiale che forgiò l'universo. E noi come angeli a riprendersi uno il corpo dell'altro. E noi come stelle cadute, una manciata di braci nel cielo notturno.