Scritta da: Marianna Mansueto
in Frasi & Aforismi (Amore)
Dove si trova il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore.
dal libro "Harry Potter e i doni della morte" di Joanne Kathleen Rowling
Dove si trova il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore.
Ginny guardo Harry negli occhi e trasse un respiro e disse: "Buon Compleanno".
"Si... Grazie".
Continuava a guardarlo dritto negli occhi, lui invece non ci riusciva; era come fissare una luce abbagliante.
Bella vista" mormorò debolmente, indicando la finestra. Lei lo ignorò. Non poteva biasimarla.
"Non sapevo cosa regalarti".
"Non dovevi regalarmi niente".
Lei ignorò anche questo.
"Non sapevo cosa ti sarebbe servito. Niente di troppo grande, perché non puoi portarlo con te".
Harry azzardò un'occhiata. Non piangeva; era una delle cose meravigliose di Ginny: piangeva molto di rado. Avere sei fratelli doveva averla temprata.
Lei fece un passo verso di lui.
"Quindi ho scelto qualcosa che ti faccia pensare a me, sai, nel caso incontrassi quelche Veela mentre sei in giro a fare quello che fai".
"Le possibilità di uscire con delle ragazze saranno abbastanza scarse, a essere sincero".
"È proprio quello che speravo" sussurrò lei, e lo baciò come no l'aveva mai baciato prima. Harry rispose il bacio, e fu beato oblio, meglio del Whisky Incendiario; era la sola cosa auntentica del mondo: Ginny, sentirla lì, tenerle una mano sulla schiena e l'altra affondata nei lunghi capelli profumati...
Non c'è niente da temere da un cadavere, Harry, non più di quanto di debba aver paura del buio. Lord Voldemort, che segretamente li teme entrambi, non è d'accordo. Ma anche questo rivela la sua mancana di saggezza. È l'ignoto che temiamo quando guardiamo la morte e il buio, nient'altro.Commenta
I suoi occhi rossi si allacciarono a quelli neri di Piton con tanta intensità che alcuni dei presenti guardarono altrove, come se temessero di finire ustionati dalla ferocia di quello sguardo.
I loro sguardi che si stavano abituando alla penombra, furono attratti verso l'alto, dal più bizzarro elemento della scena: una figura umana priva di sensi che, sospesa a testa in giù sopra il tavolo, girava lentamente, come attaccata a una fune invisibile, riflessa nello specchio e nella superficie nuda e lustra del tavolo.
I due uomini apparvero dal nulla, a pochi metri di distanza nel viottolo illuminato dalla luna. Per un istante rimasero immobili, le bacchette puntate l'uno contro il petto dell'altro; poi si riconobbero, riposero le bacchette sotto i mantelli e si avviarono rapidi nella stessa direzione.
"Novità?" Chiese uno dei due.
"Le migliori possibili" Rispose Severus Piton.
Una massa di sudici capelli aggrovigliati gli scendeva fino alle spalle. Se non avesse avuto quegli occhi brillanti dentro le orbite cupe e infossate, avrebbe potuto essere un cadavere. La pelle cerea era così tirata sulle ossa del viso che questo sembrava un teschio. I denti gialli erano scoperti in un ghigno. Era Sirius Black.
Al Signore Oscuro: So che avrò trovato la morte prima che tu legga queste parole, ma voglio che tu sappia che sono stato io ad aver scoperto il tuo segreto. Ho rubato il vero Horcrux e intendo distruggerlo appena possibile. Affronto la morte nella speranza che quando incontrerai il tuo degno rivale sarai di nuovo mortale.Commenta
Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore...Commenta
Nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull'estinguersi del settimo mese...
l'Oscuro Signore lo designerà come suo eguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto e l'uno dovrà morire per mano dell'altro, perché nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive. Il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore nascerà all'estinguersi del settimo mese.
Il giorno più caldo dell'estate – almeno fino a quel momento – volgeva al termine e un silenzio sonnacchioso gravava sulle grandi case quadrate di Privet Drive.Commenta
Le automobili di solito scintillanti sostavano impolverate nei vialetti e i prati un tempo verde smeraldo si stendevano incartapecoriti e giallognoli, perché l'irrigazione era stata proibita a causa della siccità. In mancanza delle loro consuete occupazioni – lavare l'auto e falciare il prato – gli abitanti di Privet Drive si erano rintanati nella penombra delle loro case fresche, con le finestre spalancate nella speranza di indurre una brezza inesistente a entrare. La sola persona rimasta all'aperto era un adolescente che giaceva lungo disteso sulla schiena in un'aiuola fuori dal numero quattro.