Scritta da: Michelangelo (Milo) Da Pisa
Nei canili e nelle librerie ho la certezza di trovare degli ottimi compagni di viaggio.
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Nei canili e nelle librerie ho la certezza di trovare degli ottimi compagni di viaggio.
Mi scelgo ogni giorno, sono la persona più fedele che ho.
I milioni di pensieri intrappolati nella penna, unti d'inchiostro, ondeggianti nell'illusione d'abitare un foglio, avidi di vita, prendono forma tra le dita.
C'è una diavoleria tecnologica che consente di comunicare con dispositivi tra loro compatibili, gratuita, esclusiva, immediata, la cui batteria può durare anche novanta anni, disponibile in differenti forme e colori. Mi pare si chiami sguardo.
Se penso a chi ho chiesto scusa ieri, dovrei chiedermi scusa oggi.
Mi fanno sorridere le affermazioni del tipo "se vuoi puoi", "nulla è impossibile", "basta crederci". Io ad esempio vorrei coltivare riso e allevare nutrie in una fattoria. Su Plutone.
È diventato così raro relazionarsi con la gentilezza che quando accade, ti chiedi quale sia il prezzo da pagare.
Dove finiscono le parole non dette? Ho sempre creduto che potessero evaporare e diventare tutt'uno con le nuvole. Per pioverti addosso in un giorno qualunque, uno di quelli in cui era previsto sole.
Scrivere è un urlo silenzioso, un riservato egocentrismo, una timida vanità.
Ci avete tolto la magia di una foto, la poesia di una lettera, la calligrafia, l'odore d'un libro, il ritaglio di un giornale, il "ci vediamo alle otto in piazza", il negozietto di alimentari sotto casa, le infinite chiacchierate in una cabina, i baci su una panchina, la paura che rispondesse il padre al telefono fisso, il diario segreto, il pallone nel cortile, l'attesa del rewind, la dedica alla radio, l'impaccio nel ballare un lento, i giochi di società, la comunicazione. Quando la tecnologia avrà seppellito anche l'ultimo sussulto relazionale, avrete completato l'opera inarrestabile di desertificazione emotiva perché allora, e solo allora, ci avrete reso animali urbani, sempre più vicini, eppur così lontani.