Scritta da: Michelangelo (Milo) Da Pisa
"Questa è l'ultima volta!", le dissi per la settantaquattresima volta.
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"Questa è l'ultima volta!", le dissi per la settantaquattresima volta.
"Ci ho creduto, purtroppo", disse il pessimista, "Ci credo ancora", replicò il sognatore, "Ci credo nonostante tutto", urlò l'innamorato.
La vanità rende obeso l'ego e scheletriche le relazioni sociali. Il vanitoso diventa prigioniero di se stesso, avvolto da lusinghe di plastica, fagocitato dal vuoto esistenziale.
Sono carne che esiste, vita che insiste, anima che non desiste.
Per ogni persona che si lamenta, ce n'è almeno un'altra che nel frattempo le sta fottendo l'oggetto della lamentela.
È privo di logica affermare "io non mi conosco". Tutti conoscono se stessi, ogni singola piega esistenziale, ogni sfumatura emotiva, ogni goccia caratteriale; pochi semmai si raccontano per quello che sono, perché ne hanno paura. Questo però è un altro discorso.
Ci sono amori chimicamente perfetti, geograficamente improbabili, storicamente immortali, fisicamente stimolanti, matematicamente impossibili.
In amore non si prega, tutt'al più si impreca.
Un collutorio per la coscienza no? Diamine, è fondamentale l'igiene morale!
Per me sei come l'aria. Inquinata. Mi intossichi.