Scritta da: Michelangelo (Milo) Da Pisa
Pensare è la più sadica forma di autolesionismo.
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Pensare è la più sadica forma di autolesionismo.
Non ho mai detto a nessuno "mi fido di te", troppa intimità da spogliare, soprattutto non ho mai voluto mettere coltelli nelle mani di potenziali assassini.
Il cielo notturno brilla di domande senza alcuna risposta, lo scruti in cerca d'infinito per evadere dall'asfalto, per sentirti randagio tra le stelle.
Non sto piangendo, sto lubrificando il mio animo.
Amavo la malinconia del suo sorriso a metà perché ero convinto che necessitasse del mio per completarlo.
Vedo zombie aggirarsi per le vie semideserte della mia città, sguardo chino, passo rapido ma incerto, con il pollice opponibile perennemente in movimento su dispositivi elettronici. Incrociano altri zombie come loro, ma non si vedono, i loro occhi riflettono esclusivamente luce artificiale, non conoscono il cielo. Corro a comprare un'ascia, non si sa mai.
Mi fanno sorridere le affermazioni del tipo "se vuoi puoi", "nulla è impossibile", "basta crederci". Io ad esempio vorrei coltivare riso e allevare nutrie in una fattoria. Su Plutone.
Mi stropiccio gli occhi quando vi entra un po' di polvere o troppa realtà.
Essere se stessi è una virtù esclusiva dei bambini, dei matti e dei solitari.
Nell'amante vilmente mente la mente mentre il cuore fremente se ne fotte altamente.