Scritta da: Rossella Porro
Cosa c'è di più triste di chi giudica senza conoscere.
Composta lunedì 18 gennaio 2010
Cosa c'è di più triste di chi giudica senza conoscere.
Ci sono incontri che sanno di dolce per poi nascondere un retrogusto amaro, preferisco quelli che sanno di amaro per poi svelare un retrogusto dolce.
Spesso il cuore si vergogna dell'amore, ma non dell'odio.
E passerà, come tutto deve passare. Alla notte più scura non segue forse il giorno? Allora mi consolo perché tutto passa perfino questa incertezza sbroglierà al vento la sua matassa.
Alle volte ci è più facile essere compresi dagli sconosciuti che da chi ci ama, forse perché diamo per scontato che questi debbano comprenderci senza che sia loro data alcuna spiegazione e così ci impegniamo ad essere chiari con chi sappiamo che non deve per forza capirci.
La certezza può essere spigolosa, il dubbio è insopportabile sempre.
Si dice che tutti abbiano uno scheletro nell'armadio, ma vi sono alcuni che nascondono un intero ossario.
L'Amore, spesso, ha lacci invisibili che imprigionano...
Tengo sempre in gran considerazione le critiche che mi vengono fatte, posso anche non condividerle, ma le apprezzo perché mi fanno riflettere e mi inducono a mettermi in discussione purché non siano semplici critiche tese all'offesa in tal caso l'unica considerazione che io posso fare riguarda lo spessore del criticatore.
La fiducia è un vaso prezioso e come tutte le cose preziose è fragile: la più piccola scheggiatura ne compromette il valore.