Scritta da: Franco Paolucci
Chi vive interrogandosi viaggia con il suo destino in tasca.
Composta venerdì 2 ottobre 2015
Chi vive interrogandosi viaggia con il suo destino in tasca.
Molte persone soffrono della sindrome di autosublimazione del loro "io" e poi finiscono per morire tra le braccia di illusioni create dal loro ego.
Le cose continuano a esistere anche se non le tocchiamo più.
Gli elogi fanno piacere, ma sono le critiche a migliorarti.
La chiamano indecisione ma in realtà non hanno il coraggio di scegliere, perché egoisticamente non sono pronti a fare nessuna rinuncia.
Io la cattiveria non so dove stia di casa, ma non sopporto chi pensa di fregare il prossimo e farla franca. È solo questo il problema.
Tutti vedono ciò che sembri, pochi capiscono la tua vera essenza, perché è più facile guardare un libro dalla copertina che sforzarsi di leggerlo.
Potrei dare attenzione alle provocazioni se queste fossero interessanti, ma quando sono stupide do solo la mia indifferenza.
Usate le parole per spiegarvi, confrontarvi e capirvi, ma soprattutto usate l'intelligenza prima di pronunciarle. Usate i fatti per dimostrare e concretizzare, ma soprattutto usate il cuore nel compierli. In assenza di intelligenza e cuore restate nel "vostro" che fate sicuramente più bella figura.
Esiste una sottile paura della libertà, per cui tutti vogliono essere schiavi. Tutti, naturalmente, parlano della libertà, ma nessuno ha il coraggio di essere davvero libero, perché quando sei davvero libero, sei solo. E solo se hai il coraggio di essere solo, puoi essere libero.