Scritta da: Maicol Cortesi
Adoro l'arte della guerra, ma quella dove non escono vittime, solo persone migliori.
Composta mercoledì 22 ottobre 2014
Adoro l'arte della guerra, ma quella dove non escono vittime, solo persone migliori.
La strada per la pace non porta né a destra né a sinistra: essa conduce nell'intimo del proprio cuore.
Sii sempre intermediario di pace e non di guerra, anche i colori assumono toni malinconici quando regna l'odio. Lascia volare libera dal tuo cuore la colomba dell'Amore.
Le responsabilità delle guerre non ricadono solo su chi le causa, ma anche su chi le fa.
Si parla tanto di pace, ma è sempre la guerra che fa da protagonista nel mondo. Forse perché c'è qualcuno che trova facile parlare di pace, ma è più interessato a fare la guerra.
Le ali a volte le userei, per andare lontano su un'isola, è lì che andrei, dove regna il silenzio, dove c'è tanta pace, in un cassetto chiuderei la guerra... mettendolo sotto terra.
Siamo in guerra e io sono un soldato, generazione dopo generazione, si deve soffrire e morire, siamo preparati a questo e Voi? Abbiamo la perseveranza, la tenacia, la fede. Potete bombardarci, toglierci il cibo, occupare tutti i nostri luoghi sacri, ma non perderemo mai la nostra fede, portiamo Dio nel nostro cuore nelle nostre anime, morire significa unirsi a Dio. Potrà volerci un secolo, due secoli, tre secoli ma riusciremo a sterminarvi.
Negli avvenimenti storici si disegna con la più grande chiarezza la proibizione di gustare i frutti del buon albero. Solo l'attività incosciente è fruttuosa, e l'uomo che sostiene una parte negli avvenimenti storici non ne capisce mai l'importanza.
Il fatalismo è indispensabile nella scienza storica per spiegare gli avvenimenti privi di senso (vale a dire dei quali non comprendiamo il perché).
Ma in noi, la generazione fin dalla nascita votata alla guerra, l'istinto di procreare si era visibilmente spento.