Frasi Libri migliori

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in Frasi & Aforismi (Libri)
Scrivere è una delle attività più solitarie del mondo. Una volta ogni due anni, io mi siedo davanti al computer, osservo il mare sconosciuto della mia anima e scorgo alcune isole - idee che si sviluppano e che sono pronte per essere esplorate. Allora prendo la mia barca - il suo nome è "parola" - e scelgo di navigare verso la più vicina. Durante il tragitto, mi imbatto in correnti, venti e tempeste, eppure continuo a remare, sempre più esausto. Sono consapevole di essermi allontanato dalla rotta, di non avere più all'orizzonte l'isola dove intendevo arrivare.
Tuttavia non c'è modo di tornare indietro: devo proseguire comunque, oppure mi ritroverò perso in mezzo all'oceano. In quel momento, mi attraversa la mente una sequela di scene terrorizzanti: io che trascorro il resto della mia vita parlando dei successi passati, o criticando aspramente i nuovi scrittori, per il semplice fatto di non avere il coraggio di pubblicare altri libri. Ma il mio sogno non era quello di fare lo scrittore? Dunque devo continuare a creare frasi, paragrafi, capitoli, a scrivere fino all'esaurimento, senza lasciarmi paralizzare dal successo, dalla sconfitta, dalle trappole.
Scosso da questi pensieri assurdi, scopro in me una forza e un coraggio di cui ignoravo l'esistenza: mi aiutano ad avventurarmi nel lato sconosciuto della mia anima. Mi lascio trasportare dalla corrente e finisco per ancorare la mia barca nei pressi dell'isola dove sono stato condotto. Passo giorni e notti scrivendo ciò che vedo, domandandomi per quale motivo sto agendo così, ripetendomi ad ogni istante che questo sforzo è ormai inutile, che non ho più bisogno di dimostrare niente a nessuno, che ho già ottenuto ciò che desideravo e molto più di quanto osavo sognare.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Frasi & Aforismi (Libri)
    Mio fratello Aberforth è stato processato per aver praticato incantesimi inopportuni su una capra. Era su tutti i giornali, ma Aberforth si è nascosto? Certo che no! Hatenuto la testa altaed è andato avanti a fare le sue cose come al solito! Certo, non sono proprio sicuro che sappia leggere, quindi potrebbe non essere stato coraggio, il suo...
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      Scritta da: Marianna Mansueto
      in Frasi & Aforismi (Libri)
      È l'ambizione che divora i giovani, che non gli fa fare l'amore in pace con le loro ragazze, che li fa rodere nell'indefinito tarlo della gloria, che li fa girare nel sonno sempre distratti, e alla ricerca di un appunto, che lu fa accanire senza apprendere un mestiere, che alla fine è la sostanza di tutto.
      È perché anche questo non basta. I giovani vogliono farsela con quello che non si riesce a toccare.
      Con le distanze che non si possono colmare, vogliono immolare la loro vita a quest'Incommensurabile. E quando anche arrivano a qualche risultato, non ce la fanno a godersela.
      Li frega l'affanno.
      Si poteva fare di più, e meglio, o semplicemente si poteva fare ancora.
      L'insoddisfazione li fa andare avanti e gli mette una mina dentro.
      Bisogna farsela invece la soddisfazione. Occorre non rimanere soli, non allenare con le proprie mani elevate e mondate dei mezzi uomini, degli storpi, degli incapaci di amare, divorati dalla bellezza e dal temp perduto.
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        Scritta da: Clocci
        in Frasi & Aforismi (Libri)
        Fredda la mani e il cuore e le ossa.
        Freddo anche il sonno è nella fossa:
        Mai vi sarà risveglio sul letto di pietra,
        Mai prima che muoia il Sole e la Luna tetra.
        Nel vento nero le stelle anch'esse moriranno,
        Ed essi qui sull'oro ancora giaceranno,
        Finché l'oscuro signore non alzerà la mano
        Sulla terra avvizzita e sul mare inumano.
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          Scritta da: Andrew Ricooked
          in Frasi & Aforismi (Libri)
          Quindi eccomi lì. Seduto ad ascoltare la pioggia. Se fossi morto in quel momento nel mondo intero non si sarebbe versata neppure una lacrima. Non che lo desiderassi. Ma era strano. Quanto solo poteva diventare un babbeo? Ma il mondo era pieno di vecchi stronzi come me. Che stavano seduti ad ascoltare la pioggia, a chiedersi dove va a finire tutto quanto. È quando capisci che sei vecchio, che stai li seduto a chiederti dove va a finire.
          Bè, non va a finire da nessuna parte, non è che debba farlo. Ero morto per tre quarti. Accesi la TV.
          Composta domenica 3 gennaio 2010
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            in Frasi & Aforismi (Libri)
            Voi lavorate per stare al passo della terra e dell'anima della terra.
            Giacché essere pigri è estraniarsi dalle stagioni, uscire dalla processione della vita che solenne e in fiera sottomissione avanza verso l'infinito.
            Quando lavorate siete un flauto nel cui cuore il mormorio delle ore diviene musica.
            Chi tra voi ambirebbe essere una muta canna silente, quando ogni altra cosa canta all'unisono?
            Sempre vi è stato detto che il lavoro è una maledizione e la fatica una sventura.
            Ma io vi dico che lavorando esaudite una parte del sogno più remoto della terra, a voi affidato allorché quel sogno nacque,
            e sostenendovi con la fatica voi in verità state amando la vita,
            così, l'amarla sforzandovi nel lavoro è entrare in comunione col suo più riposto segreto.
            Ma se nella vostra pena definite il nascere un'afflizione e il sostentamento della carne una maledizione scritta in fronte, allora vi rispondo che nulla fuorché il sudore della fronte potrà cancellare quel che vi sta scritto.
            Vi è stato anche detto che la vita è tenebra, e nella stanchezza fate eco a ciò che gli stanchi han detto.
            Ma io vi dico che la vita è invero tenebra se manca il desiderio.
            E ogni desiderio è cieco se manca la conoscenza,
            e ogni conoscenza è vana se manca il lavoro,
            e ogni lavoro è vuoto se manca l'amore;
            e quando lavorate con amore voi vincolate voi stessi a voi stessi, e l'uno all'altro, e a Dio.
            Cos'è, lavorare con amore?
            È tessere un panno con fili del vostro cuore, come se quel panno fosse per chi voi amate.
            È costruire con affetto una casa, come se ad abitarvi dovesse entrarci chi voi amate.
            È spargere i semi con tenerezza e poi raccogliere nella gioia, come se a mangiare di quei frutti dovesse essere chi voi amate.
            È impregnare tutto ciò che voi fate con un alito del vostro spirito,
            sapendo che tutti i venerati morti vi stanno intorno e v'osservano.
            Sovente vi ho sentiti dire, come parlando nel dormiveglia: "Colui che lavora il marmo e scavandolo trova l'immagine della propria anima, è più nobile di chi ara la terra.
            E colui che afferra l'arcobaleno e lo stende su una tela nell'effigie dell'uomo, vale più di chi foggia i nostri calzari".
            Ma io vi dico, non nel dormiveglia ma nel desto e vigile fulgore del meriggio: il vento parla con dolcezza eguale alla quercia gigante e all'ultimo dei fili d'erba;
            grande è soltanto colui che trasforma la voce del vento in un canto reso più dolce dal proprio amore.
            Il lavoro è amore visibile.
            E se non potete lavorare con amore ma solo con disgusto, meglio allora che l'abbandoniate andandovi a sedere ai cancelli del tempio per ricevere l'elemosina da chi lavora con gioia.
            Se difatti cuocete il pane nell'indifferenza, voi preparate un pane amaro che poco sfama l'uomo.
            E se di malavoglia pigiate l'uva, nel vino il vostro sentimento distilla un veleno.
            E se pure cantate come angeli, ma senza amare il canto, rendete l'uomo sordo alle voci del giorno e a quelle della notte.
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