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E tutto il resto è rumore Bianco. ... Luci lampeggianti intorno a quell'unico punto. La moto del suo amico. Divise odiate e macchine della polizia intorno a Pollo, steso lì per terra, senza più la forza di ridere, di scherzare, di prenderlo in giro, di dire cazzate. Qualcuno misura qualcosa tendendo un metro. Qualche altro ragazzo guarda. Ma nessuno può vedere o misurare tutto quello che se n'è andato. Step si piega su di lui in silenzio, accarezza il volto dell'amico. Quel gesto d'amore che non si sono mai fatti in anni d'amicizia, che non gli è stato mai permesso. Poi sussurra piangendo: "Mi mancherai". E Dio solo sa com'è stato sincero...
Addio a voi, mio atrio e mio caro braciere, Il vento può soffiare e la pioggia cadere Ma prima della rugiada, che l'alba fresca bagna, Noi marcerem pei boschi e sull'alta montagna.
A Gran Burrone, ove sono gli Elfi intenti all'opre, In radure che un fine velo di nebbia ricopre, Arriverem attraverso lande deserte e brughiere, E da lì poi dove andrem, nessuno può sapere.
Davanti a noi i nemici e dietro lo spavento, Il nostro letto sarà sotto il cielo e nel vento, Fino al gioro in cui con la stanchezza in volto, Il viaggio sarà finito, e il compito svolto.
Dobbiamo andare! Dobbiamo andare! Prima che l'alba incominci a spuntare!
Ci siamo toccati ancora, guardandoci negli occhi. Uno sguardo diretto e tranquillo, molto semplice, tenendo conto dell'imbarazzo che di solito si crea in situazioni simili. Semplice come il bacio che si dà a un bambino quando viene a mostrarti una ferita. Il cuore si spezza al pensiero che si possa guardare così un adulto. [...] Vorremmo staccarci ma non ne siamo capaci, e negli occhi di entrambi si aprono altri schermi in profondità. Penso a come un attimo simile ricordi il momento della tragedia, dopo la quale niente sarà più come prima. E noi, debolissimi, ci aggrappiamo l'una all'altro per non cadere e vediamo, con strana e triste lucidità, la nostra storia. [...] Dal momento in cui ho cominciato a scriverti le parole sono sgorgate da un punto assolutamente nuovo, come se un seme fosse stato tenuto in serbo solo per un'amata particolare.
"Shh", gli intimai, anche se non aveva più parlato. "Sta' quieto. Jamie, hai mai fatto qualcosa solo per te stesso... senza pensare a nessun altro?". Mi posò delicatamente la mano sulla schiena ricalcando la cintura del mio corpetto, con una traccia di sorriso nel respiro. "Oh, molte, moltissime volte", sussurrò. "Quando ti vidi. Quando ti presi, senza curarmi se tu mi volessi o no, se tu dovessi essere da qualche altra parte, con qualcun altro da amare".
- Tu mi hai usato - Sarebbe a dire? - Ho fatto la spia per te, ho mentito per te, ho corso rischi mortali per te. Credevo che servisse a proteggere il figlio di Lily Potter. Adesso mi dici che l'hai allevato come una bestia da macello...
E sulla bianca schiena dell'animale egli scaricò la somma della rabbia e l'odio provati dalla propria razza; se il suo petto fosse stato un cannone, egli, gli avrebbe sparato contro il suo cuore.
Non ce la faccio più così - la lontananza da te, questa astrazione - perché non riesco a contenere tutto quello che sta succedendo: ho veramente bisogno di un contatto diretto. Di un contatto diretto con te. Basta, vieni con il tuo corpo, nella tua interezza, completa o parziale, divisa o moltiplicata. Ma vieni a braccia aperte.
Io sono nato su questa nave. E qui il mondo passava, ma a duemila persone per volta. E di desideri ce n'erano anche qui, ma non più di quelli che ci potevano stare tra una prua e una poppa. Suonavi la tua felicità, su una tastiera che non era infinita. Io ho imparato così. La terra, quella è una nave troppo grande per me. È un viaggio troppo lungo. È una donna troppo bella. È un profumo troppo forte. È una musica che non so suonare. Perdonatemi. Ma io non scenderò.