Qui trovi frasi sui Libri, frasi sulla lettura, piccoli estratti e citazioni utili. Ti ricordiamo poi che il 23 aprile si festeggia la Giornata mondiale del Libro.
- Questa volta ti sei addormentato eh? Non puoi negare amore... - - Cosa hai detto? - - Senti non rompere - Niki inizia a raccogliere i vestiti un po' imbarazzata. - No, no, aspetta, aspetta... - Alessandro si siede sul letto, con le gambe incrociate - Ripeti l'ultima parola... - Niki lascia cadere di nuovo tutto per terra e sale sul letto. Si mette con le mani sui fianchi, a gambe larghe, in piedi, e lo guarda da lassù. - Mi spiace. Ho deciso. E hai sentito bene. Scusa ma ti chiamo amore.
Una storia non è fatta solo di un inizio e di una fine. C'è sempre qualcosa che la precede e qualcuno che la seguirà, oltre l'ultima parola. Una storia è un viaggio. E, quando non puoi partire davvero, quando mancano le mappe, ecco la fantasia. Fantasia. Possibilità. Il senso finale di mille altre storie, vere o presunte, vissute o solo raccontate e riviste poi con la fantasia. Una storia non è mai solo tua. È come un sasso gettato nell'acqua. Non sai dove arriveranno i cerhi e forse nemmno quanto ci metterà a toccare il fondo. Sai solo che un fondo c'è, dqa qualche parte laggiù e, quando il sasso lo raggiungerà, forse i cerchi non avranno ancora terminato la loro corsa, non avranno smesso di cercare mete. Per questo poi tutti ci sentiamo toccati da quei cerchi, abbracciati. Ci sentiamo parte di qualcuno he in realtà abbiamo solo sfiorato.
Era un cimelio incredibile, la prova che Lily Potter era esistita, esistita davvero, che la sua mano calda un tempo si era mossa su quella pergamena, tracciando con l'inchiostro quelle lettere, quelle parole, parole su di lui, Harry, suo figlio.
Quando ci sembra di non pensare a niente, in realtà noi pensiamo a quello che ci sta a cuore. L'amore è una specie di forza di gravità: invisibile e universale, come quella fisica. Inevitabilmente il nostro cuore, i nostri occhi, le nostre parole, senza che ce ne rendiamo conto vanno a finire lì, su ciò che amiamo, come la mela con la gravità.
Tuttavia ognuno di noi, indipendentemente dalle proprie capacità, almeno una volta in vita sua avrà fatto o detto cose molto al di sopra della sua natura e condizione, e se costui noi lo potessimo far emergere dal quotidiano spento in cui va perdendo i contorni, oppure se egli stesso, con un atto di violenza si tirasse fuori da reti e prigioni, quante meravigliose cose sarebbe capace di fare, quali profonde conoscenze saprebbe comunicare, perché ciascuno di noi conosce infinitamente di più di quanto creda e ciascuno degli altri infinitamente di più di quanto noi accettiamo di riconoscere in loro.
Un uomo, il suo cavallo ed il suo cane camminavano lungo una strada. Mentre passavano vicino ad un albero gigantesco, un fulmine li colpì, uccidendoli all'istante. Ma il viandante non si accorse di aver lasciato questo mondo e continuò a camminare, accompagnato dai suoi animali. A volte, i morti impiegano qualche tempo per rendersi conto della loro nuova condizione... Il cammino era molto lungo; dovevano salire una collina, il sole picchiava forte ed erano sudati e assetati. A una curva della strada, videro un portone magnifico, di marmo, che conduceva a una piazza pavimentata con blocchi d'oro, al centro della quale s'innalzava una fontana da cui sgorgava dell'acqua cristallina. Il viandante si rivolse all'uomo che sorvegliava l'entrata. "Buongiorno" "Buongiorno" rispose il guardiano. "Che luogo è mai questo, tanto bello? " "È il cielo" "Che bello essere arrivati in cielo, abbiamo tanta sete! " "Puoi entrare e bere a volontà". Il guardiano indicò la fontana. "Anche il mio cavallo ed il mio cane hanno sete" "Mi dispiace molto", disse il guardiano, "ma qui non è permesso l'entrata agli animali". L'uomo fu molto deluso: la sua sete era grande, ma non avrebbe mai bevuto da solo. Ringraziò il guardiano e proseguì. Dopo avere camminato a lungo su per la collina, il viandante e gli animali giunsero in un luogo il cui ingresso era costituito da una vecchia porta, che si apriva su un sentiero di terra battuta, fiancheggiato da alberi. All'ombra di uno di essi era sdraiato un uomo che portava un cappello; probabilmente era addormentato. "Buongiorno" disse il viandante. L'uomo fece un cenno con il capo. "Io, il mio cavallo ed il mio cane abbiamo molta sete". "C'è una fonte fra quei massi", disse l'uomo, indicando il luogo, e aggiunse: "Potete bere a volontà". L'uomo, il cavallo ed il cane si avvicinarono alla fonte e si dissetarono. Il viandante andò a ringraziare. "Tornate quando volete", rispose l'uomo. "A proposito, come si chiama questo posto? " "Cielo" "Cielo? Ma il guardiano del portone di marmo ha detto che il cielo era quello là! " "Quello non è il cielo, è l'inferno". Il viandante rimase perplesso. "Dovreste proibire loro di utilizzare il vostro nome! Di certo, questa falsa informazione causa grandi confusioni! " "Assolutamente no. In realtà, ci fanno un grande favore. Perché là si fermano tutti quelli che non esitano ad abbandonare i loro migliori amici... "
Dopo un abbandono puoi sopportare le parole più crudeli, ma niente ti uccide più del silenzio. Perché il silenzio ti dice che è finita con uno sparo nel buio che stenti a riconoscere, e t'illudi continuamente che quel colpo non sia indirizzato a te. Solo con il tempo comincerai a perdere sangue, piano piano, ma in cuor tuo avrai sempre la sensazione che avresti potuto tentare qualcosa.
Ignoravo il piacere che può dare la parola scritta, il piacere di penetrare nei segreti dell'anima, di abbandonarsi all'immaginazione, alla bellezza e al mistero dell'invenzione letteraria.
Mi dico che forse in fondo, la vita è così: molta disperazione, ma anche qualche istante di bellezza dove il tempo non è più lo stesso. È come se le note musicali creassero una specie di parentesi temporale, una sospensione, un altrove in questo luogo... un sempre nel mai. Si, proprio così, un sempre nel mai.