Scritta da: Maresa Schembri
in Frasi & Aforismi (Libri)
I soli libri che riconosco come miei sono quelli che devo ancora scrivere.
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I soli libri che riconosco come miei sono quelli che devo ancora scrivere.
Ma, lui, era disperato: e il suo dolore era di quelli che non conoscono lamento. Non piangeva né pregava: malediva e sfidava; esecrava Dio e gli uomini, e si lasciava andare alla più profonda dissipazione.
Ogni sera alle undici in punto, in qualsiasi luogo ti trovi e in qualsiasi situazione, uscirò all'aperto e nel cielo cercherò Sirio. Tu farai altrettanto e così i nostri pensieri, anche se saremo lontanissimi, anche se non ci saremo visti da tempo e ignoreremo tutto l'uno dell'altra, si ritroveranno lassù e staranno vicini...
Non potevo far altro che scolare la lattina di birra e aspettare che cadesse l'atomica.
Un tempo piangevo moltissimo ed ero piena di speranze. Oggi rido parecchio, un riso disilluso... Probabilmente mi innamorerò sempre di qualcuno che ama qualcun altro. Perché? Così... Ho un talento particolare per le situazioni impossibili. Tutti hanno talento per qualcosa.
Fantasticare infaticabilmente per lunghe ore con l'attenzione fissa su qualche frivolo fregio marginale, o su qualche anomalia tipografica di un libro; incantarmi durante quasi un'intera giornata estiva nello studio di un'ombra insolita cadente di sghimbescio sulla tappezzeria o sull'uscio; perdermi per notti intere a contemplare la ferma fiamma di una lampada, o le braci del camino; sognare per giorni e giorni intorno al profumo di un fiore; ripetere monotonamente parole comuni sinché il loro suono, a forza di essere ripetuto, cessava di rappresentare alla mente un'idea purchessia; perdere ogni sensazione di movimento o di esistenza fisica, grazie a una totale rilassatezza del corpo mantenuta a lungo e ostinatamente; queste tra le tante erano le più comuni e meno perniciose divagazioni prodotte da uno stato delle mie facoltà mentali non ancora in verità del tutto ineguagliato, ma che certo sfidava una qualunque possibile analisi o spiegazione.
Ma non ho mai incontrato una persona alla quale abbia desiderato affidare la mia anima. Ci sono dei geni a cui vengono date le tessere di un puzzle con l'immagine di un pappagallo e loro ne ricavano un pesce. Io ti ho consegnato un parassita e tu hai ricomposto un uomo. Usando gli stessi pezzi ma migliorandone il risultato.
Scusami se te lo dico, ma a volte è più facile confidarsi con un estraneo.
È lo scrivere che sceglie te, non tu che scegli lo scrivere.
Non c'è atto di libertà individuale più splendido che sedermi a inventare il mondo davanti ad una macchina da scrivere.