Ce lo insegnano anche a scuola: la democrazia è quella cosa che punisce tutti, ma finisce sempre per danneggiare i più deboli, a causa dei danni che causano i più forti, che in codesto sistema la fanno sempre franca. Logico constatare che in democrazia non potrà mai vincere il bene, e l'eccessivo controllo comporterà sempre più facilità al potente e sempre più difficoltà al debole.
Le grandi rivoluzioni si compiono lentamente, goccia a goccia. Un lavorio faticoso, paziente, scaltro, coraggioso affinché, sedimentando, possa aprire un varco nelle coscienze, il miracolo della trasformazione.
E più grande sarà la verità che dovrà emergere, più grandi saranno gli uomini chiamati a realizzarla. Talmente grandi a volte da diventare eroi perché saranno disposti a dare in cambio tutto ciò che hanno: la loro libertà, la loro vita.
A Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Nessuno nasce odiando i propri simili a causa della razza, della religione e della classe alla quale appartengono. Gli uomini imparano a odiare, possono anche imparare ad amare perché l'amore, per il cuore umano, è più naturale dell'odio.
Religione, politica e calcio: una trinità che, ogni giorno di più, alimenta e ingrandisce le eterne divergenze e la latente animosità tra gli umani, o cosiddetti tali.
Finché esistono i ricchi affamati, la povertà sarà una grande sfida.
Il suono del silenzio è quello di molti che gridano giustizia... ma alla fine forse si arrendono gridando la loro rabbia per un silenzio omertoso, senza dignità, di chi invece dovrebbe proteggere.
Se una società non garantisce i più deboli è una società perdente... sotto tutti i punti di vista, fallita.
Essere testimoni oculari di degrado sociale, plasma consapevolezza e cede verbo all'insofferenza.
Si dovrebbe ostentare l'educazione. Non gli abiti firmati, il bel fisico o l'ultimo modello di smartphone.
Se tutti facessero la differenziata nella mente, il mondo sarebbe migliore.