Scritta da: mor-joy
in Frasi & Aforismi (Stati d'Animo)
Non puoi tenere un diavolo nell'armadio e sperare che rimanga in silenzio.
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Gli stati d'animo si possono decantare nel loro esser generali o entrando nello specifico. Sono il modo per far capire come ci si sente in ogni momento, perché poche parole possono fare la differenza. Attraverso queste pagine puoi leggere le migliori frasi e aforismi sugli stati d'animo. Se cerchi invece uno stato d'animo specifico tra felicità, tristezza, odio, perdono e molti altri, li troverai nella pagina con tutti gli argomenti.
Non puoi tenere un diavolo nell'armadio e sperare che rimanga in silenzio.
Questa storia del silenzio d'oro non mi ha mai un granché convinto, semmai d'argento, prezioso a metà. Ci sono silenzi importanti che svelano emozioni cosmiche, silenzi che suonano meglio senza l'interruzione di un suono, silenzi più violenti degli schiaffi delle parole e silenzi che tacciono perché più semplicemente non hanno nulla da dire.
Malgrado la solitudine, o in conseguenza della solitudine, la sua vita era molto piena.
Cristo, pensò, la gente ha intestini, bocche, polmoni, orecchie, ombelichi, organi sessuali, e capelli, pori, lingue, a volte denti, e tutte le altre parti unghie, ciglia, dita dei piedi, ginocchia, pance. C'era qualcosa di estenuante in tutto questo. Perché nessuno se ne lamentava?
Finché dura il pentimento, dura la colpa.
La nostra vanità è più gravemente offesa proprio quando è stato ferito il nostro orgoglio.
L'estremo del dolore, come l'estremo della felicità, muta l'aspetto di tutte le cose.
Addirittura certe notti mi capitava di svegliarmi agitato e non riuscire più a riaddormentarmi. Avevo paura. Avevo paura, ma non sapevo di cosa. Semplicemente provavo una sensazione di paura senza conoscerne il motivo. Mi sentivo angosciato, pieno di ansie e mi ritrovavo sveglio. Sveglio cm se avessi dormito diverse ore. Desideravo soltanto un po' di quiete. Nn chiedevo molto. Volevo solo stare bene. A volte mi succedeva anche durante la giornata, mentre ero seduto alla scrivania, o magari quando ero solo in macchina. Guidavo e mi veniva come da piangere, mi assaliva questa sensazione e non capivo cos'era. Non sapevo come gestirla, non aveva maniglie, non potevo afferrarla, controllarla, non c'era via d'uscita. Sentivo un peso sul torace e volevo uscire da me stesso, strappandomi la pelle di dosso, scappare! Qualcosa dentro di me era in disordine. Quando cercavo di capire, quando cercavo una spiegazione logica, non trovavo risposta.
Razionalmente andava tutto bene. [...] queste sensazioni di paura venivano anche di giorno, ma la notte... la notte mi schiacciavano la faccia contro il muro, e mi sembrava di essere preso in ostaggio.
Siamo tutti uguali: chi si sente diverso va da sé al manicomio.
Viene il giorno che ti guardi allo specchio e sei diverso da come ti aspettavi.