Scritta da: Daniele
in Frasi & Aforismi (Stati d'Animo)
Ho visto delle persone buttare tanta merda addosso a delle altre. Poi le stesse persone le ho viste mettersi i guanti, prendere il secchio e pulire tutto.
Composta venerdì 18 settembre 2015
Gli stati d'animo si possono decantare nel loro esser generali o entrando nello specifico. Sono il modo per far capire come ci si sente in ogni momento, perché poche parole possono fare la differenza. Attraverso queste pagine puoi leggere le migliori frasi e aforismi sugli stati d'animo. Se cerchi invece uno stato d'animo specifico tra felicità, tristezza, odio, perdono e molti altri, li troverai nella pagina con tutti gli argomenti.
Ho visto delle persone buttare tanta merda addosso a delle altre. Poi le stesse persone le ho viste mettersi i guanti, prendere il secchio e pulire tutto.
Cerca di essere sempre felice, perché un sorriso cancella mille pianti. Sembra una missione difficile, ma in realtà basta pochissimo, un fiore, una nuvola, una risata, un ti voglio bene. Sono le piccole cose a renderti felice, tanti piccoli atomi di gioia che puoi trovare ovunque e in ogni momento, ma spetta a te raccoglierli.
Ma poi da cosa nasce questo rimpianto? Forse dal non aver attinto alla tua bocca? Forse dal non aver diviso con te lo sguardo o forse dal non sapere mai quello che sarebbe potuto essere. Da cosa nasce un se, se muore nel rimpianto.
Desideriamo la calma, ma nel cuore abbiamo l'uragano.
Sono qui davanti al mare che sciaborda e gioca con i traversini raggi del sole; mille spruzzi d'acqua, come fuochi d'artificio, si alzano, si accavallano, si rincorrono e saltano schiumosi, confondendosi con i scintillanti riflessi d'argento in una gioiosa e dinamica arena; ma questa festa naturale così festosa, non riesce a togliermi dal cuore la tristezza tua che è anche la mia e che vorrei lavare con questi impetuosi flutti.
Non sono uno uomo a 360 gradi, ma bensì a 359.1 grado lo lascio sempre alla ricerca della perfezione che, nel mio caso specifico, non trovo mai. Ma forse è proprio grazie a questo continuo grado di eterna imperfezione se poi, ogni giorno, le emozioni più grandi riesco a viverle attraverso la costante ricerca di me stesso. Sì, lo ammetto, vivo la mia vita a 359 gradi.
È iniziato un nuovo giorno e il mio pensiero è rivolto a te, piccolo fiore. Penso ai giorni trascorsi: il dolce rumore delle tue risate, il profumo infinito della tua pelle, il soave suono della tua voce che mi rimbomba dentro. Sei così lontana piccola mia, non riesco a vedere i tuoi cambiamenti. Quando ti rivedo sei diversa ma sempre meravigliosa. Non me ne sono nemmeno resa conto ma sei già così grande. Il giorno non muore che io non penso a te piccolo fiore.
Troppi occhi pieni di dolore, impressi su volti che indossano comunque un sorriso dal sapore di dignità. Troppi occhi felici e fieri, impressi su volti dal sorriso ipocrita e falso.
Io non mi sono mai sentita tanto viva come dopo una battaglia dalla quale sono uscita viva e indenne. [...] è dopo aver vinto quella sfida che ti senti così vivo. Vivo quanto non ti senti nemmeno nei momenti più ubriacanti di gioia o nei momenti più travolgenti d'amore.
Io mi divertivo ad avere trent'anni, io me li bevevo come un liquore i trent'anni. Sono stupendi i trent'anni, ed anche i trentuno, i trentadue, i trentatré, i trentaquattro, i trentacinque! Sono stupendi perché sono liberi, ribelli, fuorilegge; perché è finita l'angoscia dell'attesa e non è cominciata la malinconia del declino. Perché siamo lucidi, finalmente, a trent'anni! Se siamo religiosi, siamo religiosi convinti; se siamo atei siamo atei convinti. Se siamo dubbiosi, siamo dubbiosi senza vergogna. E non temiamo le beffe dei ragazzi perché anche noi siamo giovani, non temiamo i rimproveri degli adulti perché anche noi siamo adulti. Non temiamo il peccato perché abbiamo capito che il peccato è un punto di vista, non temiamo la disubbidienza perché abbiamo scoperto che la disubbidienza è nobile. Non temiamo la punizione perché abbiamo concluso che non c'è nulla di male ad amarci se c'incontriamo, ad abbandonarci se ci perdiamo: i conti non dobbiamo più farli con la maestra di scuola e non dobbiamo ancora farli col prete dell'olio santo. Li facciamo con noi stessi e basta, col nostro dolore da grandi. Siamo un campo di grano maturo a trent'anni, non più acerbi e non ancora secchi: la linfa scorre in noi con la pressione giusta, gonfia di vita. È viva ogni nostra gioia, è viva ogni nostra pena, si ride e si piange come non ci riuscirà mai più. Abbiamo raggiunto la cima della montagna e tutto è chiaro là in cima: la strada per cui scenderemo un po' ansimanti e tuttavia freschi. Non succederà più di sederci nel mezzo a guardare indietro e avanti e meditare sulla nostra fortuna: e allora com'è che in voi non è così? Com'è che sembrate i miei padri schiacciati di paure, di tedio, di calvizie? Ma cosa v'hanno fatto, cosa vi siete fatti? A quale prezzo pagate la Luna? La Luna costa cara, lo so. Costa cara a ciascuno di noi: ma nessun prezzo vale quel campo di grano, nessun prezzo vale quella cima di monte. Se lo valesse, sarebbe inutile andar sulla Luna: tanto varrebbe restarcene qui. Svegliatevi dunque, smettetela d'essere così razionali, ubbidienti, rugosi! Smettetela di perder capelli, di intristire nella vostra uguaglianza! Stracciatela la carta carbone. Ridete, piangete, sbagliate. Prendetelo a pugni quel Burocrate che guarda il cronometro. Ve lo dico con umilità, con affetto, perché vi stimo, perché vi vedo migliori di me e vorrei che foste molto migliori di me. Molto: non così poco. O è ormai troppo tardi? O il sistema vi ha già piegato, inghiottito? Sì, dev'esser così.