Scritta da: Enzo Di Maio
La nuova civiltà ha tolto la strada ai bimbi, la nuova civiltà ha tolto anche i bimbi.
Composta domenica 16 novembre 2014
La nuova civiltà ha tolto la strada ai bimbi, la nuova civiltà ha tolto anche i bimbi.
In un mondo dove si perde il rispetto per se stessi, diventa difficile individuare coloro che rispetteranno il prossimo.
Nessuno parla degli altri quando loda se stesso.
Siamo tutti estranei e lontani, allo stesso tempo, amici e vicini. Tutto, nel breve spazio che un tasto in questo tempo ci concede.
A volte sembro uno scemo perché nei messaggi inserisco sempre faccine. Ma nessuno capisce che lo faccio solo per far capire il tono sereno con il quale spesso scrivo, perché non vedendo una persona negli occhi e non potendo sentire il tono di voce, tante e troppe volte le parole cambiano e non di poco il significato.
Penso che la libertà è uno dei termini più oscuri ed ambigui, perché siamo nati già con delle "catene invisibili", ed un uomo in sé è anche una massa di contraddizioni. Ma all'essere umano è concessa "la coscienza", mentre, all'umanità "la civiltà": la consapevolezza di convivenza nell'usare "l'arte pacifica del reagire", non le azioni barbariche.
L'uomo da sempre, quasi come un dovere, ha la forte tendenza di distinguersi dalla massa. I suoi "oggetti status" rimangono i capi di abbigliamento che indossa, perché la società rimane conformista.
L'uomo moderno ha la coscienza di "prodotto-sociale". L'incompletezza biologica rimane istintiva e demograficamente senza senso di "appartenenza", perché la nostra posizione nella società, basata sul consumo, si disinteressa della nostra origine e si basa solo sul "quanto-guadagno".
Io sono solo la giusta acidità in questo mondo fatto di surrogato di miele.
Più la società è appiattita, più qualsiasi coglione diventa un genio.