Scritta da: AnimaPersa
Quando una persona se ne va dovrebbe portare via con sé tutto quanto, anche i ricordi. Soprattutto i ricordi.
Composta mercoledì 7 dicembre 2011
Quando una persona se ne va dovrebbe portare via con sé tutto quanto, anche i ricordi. Soprattutto i ricordi.
"Ce ne sono milioni meglio di lui!"
"Ce ne sono milioni anche meglio di me. Comunque io non conosco quelli meglio di lui e non posso consumar la mia vita ad aspettar di conoscerli. E poi se dovessimo cercare la perfezione in un uomo, si amerebbero i santi. I santi son morti e io non vado a letto col calendario".
Si sentiva invisibile, inadatta, incompresa.
È il destino di tutti quelli che Sentono troppo.
Il destino di tutti quelli che Amano troppo.
La via obbligata del troppo pensare è veder svanire, sotto un velo di incomprensibilità, questo illogico mondo
e restare irrimediabilmente soli...
Quando entro in casa, cerco di nascondere il disagio che mi porto dentro. Così, senza rendermene conto, ho imparato a recitare, a fingere, soprattutto a imitare.
Imito l'idea di moglie che ho in testa; imito le mie amiche innamorate e felici; imito la me sposata dei primi tempi che non sono più capace di essere.
Tutto questo per evitare che lui possa vedere in me un'inquietudine interiore, un eccesso di tristezza.
Molte volte ho paura, aprendo la porta, di tornare a casa priva di sentimenti per lui.
Prima di entrare faccio sempre un lungo respiro e indosso una maschera. Certi giorni ho l'impressione che capisca quando fingo e non dica nulla. A forza di fingere, a volte non so più nemmeno quale sia la verità.
Com'è potuto succedere? Eravamo così sicuri del nostro amore.
Nel mondo che immaginavo il suo amore mi dava la forza di andare avanti, di esplorare tutti i miei limiti.
Nel mondo della realtà, invece era un'ossessione immensa e totale. Che assorbiva tutte le mie energie, occupava ogni mio spazio.
Non mi pento dei momenti in cui ho sofferto porto su di me le cicatrici come se fossero medaglie, so che la libertà ha un prezzo alto.
Chissà se riuscirò mai a perdonare me stessa, per il male che mi sono inflitta amandoti.
Ma esiste un senso del destino, un fatalismo tanto irresistibile che ha la forza di una maledizione e finisce quasi sempre per costringere gli esseri umani a gironzolare come spettri che si attardano attorno al posto dove qualche importante e significativo avvenimento ha segnato con il suo colore la loro vita, tanto più irresistibile quanto più nera è la tinta che la affligge.
Io mi sento me stesso solamente quando sono solo. Il rapporto con gli altri non mi viene naturale: mi richiede uno sforzo.
Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile:
e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male.
È lì che salta tutto, non c'è verso di scappare,
più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci.