Frasi preferite da AnnalisaApple

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Scritta da: Elisabetta
Un'insegnante chiese agli scolari della sua prima elementare di disegnare qualcosa per cui sentissero di ringraziare il Signore. Pensò quanto poco di cui essere grati in realtà avessero questi bambini provenienti da quartieri poveri. Ma sapeva che quasi tutti avrebbero disegnato panettoni o tavole imbandite.
L'insegnante fu colta di sorpresa dal disegno consegnato da Tino: una semplice mano disegnata in maniera infantile.
Ma la mano di chi?
La classe rimase affascinata dall'immagine astratta. "Secondo me è la mano di Dio che ci porta da mangiare" disse un bambino. "Un contadino" disse un altro, "perché alleva i polli e le patatine fritte".
Mentre gli altri erano al lavoro, l'insegnante si chinò sul banco di Tino e domandò di chi fosse la mano. "È la tua mano, maestra" mormorò il bambino.
Si rammentò che tutte le sere prendeva per mano Tino, che era il più piccolo e lo accompagnava all'uscita. Lo faceva anche con altri bambini, ma per Tino voleva dire molto.

Hai mai pensato al potere immenso delle tue mani?
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    Scritta da: Andrea Spartà
    Passarono le settimane e passarono i mesi.
    Ivan e Giada continuarono a vedersi, sempre allo stesso posto, sempre allo stesso orario, sempre con lo stesso intento.
    "Ehi Ivan..." sospirava Giada, sdraiata sulla spiaggia a pochi passi dal bagnasciuga, la testa poggiata sulle gambe del ragazzo e le mani sul proprio ventre.
    "Sì, Giada? Dimmi" rispondeva sempre lui, come se fosse la parte di un copione già scritto, e sorrideva mentre passava una mano tra i capelli cremisi di quell'angelo e fissava il cielo riflettersi nei suoi occhi, del solito colore così chiaramente indefinito.
    "Raccontami una storia..."
    e così scorreva il tempo, storie su storie, personaggi su personaggi, emozioni su emozioni, fino a quando il sole spariva in lontananza, purtroppo non sul mare bensì dietro le montagne, e veniva il turno della luna e di tutte le stelle, sue fedeli suddite, di specchiarsi negli occhi, spesso lucidi, di Giada Stella.
    Le storie di Ivan, poi, sembravano davvero infinite. Ne aveva scritte decine e decine ancor prima di incontrare quella splendida ragazza, alla quale continuava a raccontarle, ma adesso che il suo cuore era in subbuglio, giorno e notte, l'ispirazione sembrava non dargli pace. E scriveva, senza fermarsi mai se non per raccontare, raccontare a colei di cui si era innamorato quelle storie di cui lei si era innamorata.
    Storie d'amore, tantissime, storie tristi, storie forti, storie fantastiche, storie di vita vissuta. Storie.
    E da ognuna scaturiva un'emozione diversa, tante emozioni diverse, tantissime emozioni uniche.
    Una, due, tre, cinque, dieci, venti, trenta, quaranta, cinquanta, cento.
    Centoundici emozioni.
    "Ehi Ivan..."
    "Sì, Giada? Dimmi"
    "Raccontami una storia..."
    e lui raccontava di squallidi scenari, di ricordi trasfigurati dalla realtà, di verità nascoste, di canzoni di sottofondo a momenti fantastici, di ragazzini e ragazzine, di uomini e donne, di nonni e nonne, di navi d'oro, di Dio, di gente che si è amata e odiata e tradita, di limiti, di bocche baciate in discoteca senza un vero senso, di anni d'attesa passati ad adorare la stessa inesistente persona, di disperazione, di sogni disillusi, di pianti e di carezze.
    Di vita. Semplicemente.
    "Ehi Ivan..."
    "Sì, Giada? Dimmi"
    "Raccontami una storia..."
    "Ma certo..."
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      Scritta da: Ale 46
      Continuiamo a ridere così. A parlare senza più sapere bene di cosa, né perché. Poi decidiamo di attaccare, promettendoci di sentirci domani. È un'inutile promessa. L'avremmo fatto comunque. Quando perdi tempo al telefono, quando i minuti scorrono senza che te ne accorgi, quando le parole non hanno senso, quando pensi che se qualcuno ti ascoltasse penserebbe che sei pazzo, quando nessuno dei due ha voglia di attaccare, quando dopo che lei ha attaccato controlli bene che l'abbia fatto veramente, allora sei fregato. O meglio sei innamorato. Che poi è un po' la stessa cosa.
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        Scritta da: FEDERICA RINALDI
        ...Più tardi,seduti su una roccia,avvolti negli accappatoi di amarildo e sigfrida guardano sognanti le mille stelle sopra di loro, la luna, la notte, il mare scuro e tranquillo.
        "È bellissimo qui"
        "È la tua casa, no?"
        "Sei pazzo!"
        "Lo so!"
        "Sono felice. Non sono mai stata così bene in tutta la mia vita, e tu?"
        "Io?" step l'abbraccia forte. "Sto benissimo."
        "Sa arrivare a toccare il cielo con un dito?"
        "No, non così"
        "Come, non così?"
        "Molto di più, almeno tre metri sopra il cielo."
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          Scritta da: Amanda Margiaria
          Rubo le parole di un film visto e rivisto tante volte a New York... "L'amore è passione, ossessione, qualcuno senza cui non vivi, io ti dico: buttati a capofitto, trova qualcuno da amare alla follia che ti ami alla stessa maniera. Come trovarlo? Beh, dimentica il cervello e ascolta il tuo cuore. Io non sento il tuo cuore, perché la verità, tesoro, è che non ha senso vivere se manca questo. Fare il viaggio e non innamorarsi profondamente, beh, equivale a non vivere. Ma devi tentare, perché se non hai mai tentato, non hai mai vissuto."
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