Inspirai. Espirai. Mi sembrava di impazzire. Ma mi succedeva spesso.
Composta martedì 19 novembre 2013
Inspirai. Espirai. Mi sembrava di impazzire. Ma mi succedeva spesso.
Siamo tutti troppo freddi, duri. Se solo parlassimo, dicessimo quello che sentiamo, le cose andrebbero meglio.
Dietro quel seno, quelle labbra da baciare al sapore di pesca, si chiudeva a chiave e si portava dentro una piccola dispettosa bambina di cinque anni, lei che non voleva crescere, che non aspettava altro che le rimboccassero le coperte calde. Lei era magia incompresa, ma io l'avevo capita.
Che fine ha fatto la semplicità? Sembriamo tutti messi su un palcoscenico e ci sentiamo tutti in dovere di dare spettacolo.
Resistere ha senso solo se ne esci con qualcosa in mano alla fine. Ma resistere tanto per resistere è l'infelice condizione di milioni di persone.
Le donne, pensai, le donne sono magiche. Che esseri meravigliosi!
Le parole non erano noiose, erano cose che ti stimolavano la mente. Se le leggevi e ti lasciavi prendere dalla magia potevi vivere senza dolore, con la speranza, qualunque cosa ti capitasse.
Lei si rigirò su un fianco, posò il capo sul mio braccio. La guardai. Tutto il cielo e la terra si specchiavano nei suoi occhi... Seguitammo a guardarci. Mi pareva che avrei potuto annegarci nei suoi occhi. Poi l'accarezzai sul viso, ci baciammo, la trassi a me. La strinsi. Con l'altra mano le frugavo fra i capelli. Fu un bacio d'amore, un lungo bacio di puro amore.
Che senso avesse tutto questo, non lo sapeva nessuno. Eravamo stanchi e ce ne sbattevamo.
È quando si nascondono le cose che poi si muore soffocati.