A volte il dolore mi annienta, e sebbene io sia consapevole che non ti rivedrò più, un parte di me vorrebbe restare aggrappata a te per sempre... grazie di avermi mostrato che verrà un tempo in cui sarò infine capace di lasciarti andare.
Quell'uomo aveva suscitato in lei profondi sentimenti, sentimenti che credeva sepolti da tempo. Ma lo amava? Affrontò la domanda con circospezione, intimorita dalle conseguenze che poteva comportare ammettere una cosa del genere.
Ti voglio bene. Te ne voglio tanto da spaventarmi. Era molto tempo che non provavo nulla di simile; mi ero quasi dimenticato di quanto possa essere importante avere un'altra persona. Non credo di poterti lasciar andare e dimenticare, e non lo voglio fare. E di sicuro non voglio che la nostra storia finisca qui.
Era venuto il momento di guardare al futuro, i muri che aveva costruito intorno a sé avevano incominciato a crollare. Theresa aveva pianto quasi tutta la notte, ma il mattino successivo sapeva che cosa doveva fare.
È stata la prima volta che ho amato qualcuno. L'amore è amore, a qualsiasi età, e sapevo che se ti avessi lasciato abbastanza tempo, saresti tornato da me.
Non era lo spino che si curvava verso i caprifogli, ma i caprifogli che abbracciavano lo spino. Nessuna concessione reciproca: l'una non cedeva mai, e gli altri si piegavano sempre.
Katherine gli restituì il sorriso, affascinata. "Saremo così felici insieme. Quando saranno morti, ti lascerò andare. Non volevo farti del male, davvero. Ero soltanto arrabbiata." Allungò una mano delicata e gli accarezzò la guancia "scusa" "Katherine" disse. Stava ancora sorridendo. "Sì" si chinò più vicino. "Katherine..." "Sì, Damon?" "Va all'inferno."
Lo sai, mettersi ad amare qualcuno è un'impresa. Bisogna avere un'energia, una generosità, un accecamento. C'è perfino un momento, al principio, in cui bisogna saltare un precipizio: se si riflette non lo si fa.