Scritta da: Fabio Privitera
Prendiamo ad esempio i pezzi di un puzzle. Uno può pensare che per sentirsi intero debba incastrarsi con qualcun altro, ma guardiamo bene come sono fatti questi pezzi. Per incastrarsi ognuno deve già avere determinate caratteristiche (quelli che erroneamente definiamo vuoti) e l'altro non serve a colmare una mancanza, ma ad evidenziare qualcosa che già c'è. A differenza di un puzzle, però, una persona consapevole preserva ciò che ha scoperto di sé, anche qualora l'altro venisse a mancare. Così ci si conosce e incontra, e incastra, per apprendere qualcosa, soprattutto su noi stessi e senza dipendere dall'altro. Indipendenza, poi, non vuol dire abbandono, perché se uno scopre che ha dentro una risorsa non ha più senso andare a cercare altrove. Resta dov'è e moltiplica l'esperienza con chi resta.
Composta lunedì 5 ottobre 2015