Scritta da: Fabio Privitera
Il cuore dovrebbe essere l'unico bagaglio da portare con sé, specie quando non si viaggia, specie quando rimani a casa e ci infili dentro il cuore di un'altra persona.
Composta martedì 1 settembre 2015
Il cuore dovrebbe essere l'unico bagaglio da portare con sé, specie quando non si viaggia, specie quando rimani a casa e ci infili dentro il cuore di un'altra persona.
Non sempre a una scelta corrisponde una rinuncia, poiché è proprio rinunciando a ciò che ci fa male che maturiamo e per premio otteniamo una felicità inaspettate, il premio che annulla ogni rinuncia.
Siamo viaggiatori con un solo biglietto, e centinaia di sogni come destinazione.
La diversità rende ricca l'anima.
Ciò che non si può raggiungere troppo spesso coincide con ciò che, più di ogni altra cosa, ci sta vicino.
L'avvenenza spesso serve a distogliere l'attenzione da particolari ben più importanti.
L'ignoranza non sta nel non conoscere, ma nella mancanza di desiderio di conoscenza.
Si dice che il cuore ci rende ciechi a volte. Io dico no, il cuore ci vede benissimo, sono i sensi che presi da troppa chimica distorcono la stessa realtà che dovrebbero rivelare.
Ognuno di noi è un suono fluente nel tessuto dell'universo, quel tuono che rimbalza nella stoffa dell'anima che si gonfia e s'alza in volo, non appena molliamo giù la zavorra di paure e iniziamo ad apprezzare ogni attimo emozionale come fosse il primo che abbiamo mai vissuto, con meraviglia e gioia.
Si scrive sempre di ciò che si è vissuto, persino quando lo si è immaginato soltanto.