Scritta da: Francesca Zangrandi
Sono un attimo per gli altri e un'eternità per me stessa.
Composta venerdì 19 febbraio 2010
Sono un attimo per gli altri e un'eternità per me stessa.
Con le persone bisogna essere falsi.
Detto falsamente... io non sono quello che voi conoscete.
Io sono più di questo, e molte volte meno.
Sono una bugia detta da un prete.
Ma anche una verità detta da un ladro.
Sono colei che ti disse ti amo.
Ma che oggi direbbe "Addio bello".
Sono quella che parlando non vi dice nulla ma voi continuate a fare si con la testa.
Sono un politico che mente dicendovi che mente
Io sono molte cose... false.
Ma in realtà...
Sono quella che sono e posso mentire fino a un certo punto.
Deve la vita far sognare, non il sogno far vivere.
Mia madre mi ha fatto un gran regalo, mi ha insegnato a trasformare la mia rabbia in amore.
Ho visto passare un anno della mia vita e io non c'ero.
Delle ragazze hanno picchiato una ragazza fino a mandarla all'ospedale. Quasi ogni giorno nella mia scuola ci sono ragazzi e ragazze che si picchiano.
Stiamo mandando un messaggio, un messaggio al mondo in cui diciamo che ci manca qualcosa.
Parlavo con le mie amiche dell'accaduto e loro dicevano che sono stupide e anche vigliacche.
Ma io so che non siete stupide. Le generazioni stanno divenendo sempre più intelligenti.
ma allora perché agiscono così?
State gridando qualcosa ma il mondo non ascolta, è troppo indaffarato a fare altro.
Nessuno si domanda il motivo della vostra rabbia, e sapete perché?
Perché non ce lo hanno mai insegnato.
Ci hanno insegnato che se un ragazzo risponde male alla madre è maleducato e non che se lo fa è perché soffre.
Ci hanno insegnato a vedere il bianco e il nero e non le sfumature.
Ci hanno insegnato l'apparenza e non l'essenza. La società con i suoi modelli ti insegna questo... ti insegna la buccia delle cose.
Le cose che non ci insegna vanno oltre alla superficie. Non ci insegnano a domandarci i perché delle nostre azioni.
Non ci insegnano a guardarci dentro, ad avere più autostima, a trovare il motivo del nostro malessere, della nostra rabbia.
Chi non ha la fortuna di avere genitori o persone accanto in gamba cresce col fai da te.
Puoi essere intelligente, ma chi ti dice come fare a convivere con il tuo dolore? Quando anche chi ha amici e genitori fa fatica?
Ed è qua che nasce la storia.
Quei ragazzi stanno mandando un messaggio io lo ho sentito e ve lo invio.
Un messaggio dove chiediamo valori, non più cose materiali.
Un messaggio dove chiediamo un cambiamento.
Dove chiediamo attenzione.
Ascoltate una volta per tutte perché noi siamo persi e sembra che nessuno di voi abbia voglia di imprestarci una bussola...
Non ho la fortuna di credere in un paradiso, ma nemmeno la sfortuna di non immaginarlo.
Noi preghiamo sempre Dio di guarire le nostre ferite ma nessuno si preoccupa delle sue.
Non riesco a capire perché alcune volte ci mancano delle persone che non abbiamo mai avuto veramente. Forse ci fa stare male non tanto la loro perdita quando ripensare a quanta dignità abbiamo perso... quanto abbiamo perso noi stessi per un amore a metà.
È quando le anime si toccano, quello è un miracolo.