Scritta da: Francesco Saudino
A volte fa più paura la felicità che la sofferenza, quando alla sofferenza ci sei abituato.
Composta sabato 19 maggio 2012
A volte fa più paura la felicità che la sofferenza, quando alla sofferenza ci sei abituato.
L'uomo crede in Dio per la necessità di vedere in lui qualcosa di puro e buono... per questo non c'è alcun bisogno di credere nel diavolo, l'uomo da solo è già capace di qualsiasi male...
Quando sei da solo con te stesso finisci col chiederti cosa sia davvero importante, e capisci che non temi la solitudine, ma certe risposte.
La gente riesce a farti sentire in colpa ormai anche per le tue buone azioni.
Un giorno racconterò di te ai miei figli, con le stesse lacrime che avevi oggi agli occhi, quando dinanzi a 4000 tifosi hai segnato il tuo ultimo goal in quello stadio con la maglia della juventus, quando sei uscito e il mondo per 15 minuti si è fermato per inginocchiarsi dinanzi a te. Grazie Alex per tutte le emozioni che mi hai dato, per le vittorie, per i pianti, per le tue sofferenze che diventavano anche mie, grazie di tutto, sei la storia, sei il calcio.
Non è che io non voglia credere, è che mi riesce più semplice dubitare.
La morte di Melissa mi ha fortemente scosso, ho pianto, e tutt'ora piango. Cazzo come si fa a creare tanto dolore, perché melissa non aveva il diritto di vivere la sua vita, di esaudire i suoi sogni, di crescere, diventare una stilista, avere le sue storie d'amore, sposarsi, accudire i propri figli e invecchiare con suo marito? Cosa ha dato il diritto a questo mostro di spezzare una pura e innocente esistenza? Dovunque tu sia pezzo di merda spero che soffra un milione di volte più di quanto ha sofferto melissa, le altre ragazze, i loro amici, i loro parenti, e tutti coloro che come me hanno un cuore e hanno pianto per ciò che è successo. Quando accadono certe cose mi sento triste, inutile, inerme dinanzi alla malvagità dell'uomo. Ti prego Melissa, perdona la mia inutilità, perdona il genere umano, perdona l'odio, perché non perdonare ne genererebbe altro. Non sono un credente, ma in momenti del genere spero con tutto me stesso esista un paradiso, esita qualcosa dopo la morte, perché meriti, anima innocente, di vivere in eterno.
Dio, o non esiste, oppure ha un sadico senso dell'umorismo!
Le delusioni? Non riuscirei ad immaginare la mia vita senza; mi hanno reso ciò che sono in qualche modo, e non ho mai superato nessuna di essa del tutto; io in genere chiudo tutto in uno stanzino del mio cuore, così vivo la mia vita tranquilla come se nulla fosse accaduto, col mio bel sorriso, poi, quando sono solo, la notte, coi miei pensieri, apro quello stanzino, e si, a volte piango. Tengo sempre tutto dentro, e così riesco ad essere l'ombra di una persona felice.
Se oggi fa male ricordare il passato è perché ci si è feriti immaginando un futuro.