Frasi inserite da Giuseppe Catalfamo

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Scritta da: Giuseppe Catalfamo
Il "rispettabile pubblico" umanamente unanime è sempre indignato.

Sono un milione sul suolo nazionale gli assassini di quella che loro definiscono "selvaggina".
Quando la stagione venatoria è chiusa 150.000 dicono "pool" per trucidare bestiole attonite e smarrite liberate da una celletta.

Il "rispettabile pubblico s'indigna".

Sono 500.000 in Italia che conoscono luoghi preposti o praticano scommesse sul combattimento fra cani e sulle corse illecite d'auto e moto.

Il "rispettabile pubblico" s'indigna e accusa.

Decine di migliaia sono i pluri-ottantenni abbandonati in fatiscenti ospizi con prole che tranquillamente sereni vivono nella casa dei genitori.

Il "rispettabile pubblico" cade dalle nuvole e indignato stenta a credere.

Una persona su 7 ha un amico, un parente o se stesso ne ha fatto o fa uso di cocaina.

Il "rispettabile pubblico" indignato e stizzito minaccia rappresaglie.

"Smettila, rispettabile pubblico. Sei finto e ipocrita".
Composta mercoledì 3 febbraio 2010
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    Scritta da: Giuseppe Catalfamo
    "Virtual Earth" "Google Maps" satelliti che riflettono fedelmente immagini lontane migliaia di chilometri.

    Ce la fate a mettere un chip in uno specchio che quando mi faccio la barba non devo pensare qual è la destra?
    Ma soprattutto dove quando leggo "Aznalubma" non devo pensare d'essere in Iran.
    Composta domenica 27 dicembre 2009
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      Scritta da: Giuseppe Catalfamo
      Sì, lo so, capita anche a te, forse fa parte di te.

      Cammini saettante nella via gremita,
      occhi a ore 12 puntati all'invisibile orizzonte,
      non vedi gente intorno a te, neanche lontani miraggi.
      La tua giornata talmente ha carpito i tuoi sensi
      che l'incedere da bersagliere t'appartiene.
      Probabilmente hai già onorato i tuoi impegni,
      sono le 17.00 ed è già tramonto ma sei fagocitato dai verbi "andare" "fare".
      Quel vivere dov'è assurdo anche il pensare
      dell'esistenza del dogma "contemplare".

      Fermati un istante!

      Chiediti dove sto andando, non il perché, solo dove.
      Ora rallenta e ascolta i tuoi passi e guarda quel che vedi.
      Osserva le mattonelle in marmo del palazzo che il tuo giubbotto rasenta, guarda il cielo, la luna, le sfumature delle cose odora,
      guarda con ammirazione, cazzo!
      Rilassati percependo le tue gambe che muovono perché la tua mente lo vuole.
      Ammira l'armonia degli alberi nel viale non chiedendoti troppo perché la natura è così magniloquente.

      Godi dei tuoi sensi.
      Non farli stagnare per fatue distrazioni.
      Potrebbero morire!
      Composta mercoledì 30 dicembre 2009
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