Scritta da: Giuseppe Catalfamo
Un uomo deriso è uomo ucciso.
Composta mercoledì 30 dicembre 2009
Un uomo deriso è uomo ucciso.
Meglio uccisi che derisi.
Rispondere a cento domande ha meno valenza del porne una soltanto.
Il Sole è padre, avanti negli anni, amorevole, dolce,
per ancestrale istinto, riscalda, irrorandoci di vita.
La Luna è madre giovane e protettiva,
rischiara la notte per sconfiggere paure.
La Terra è figlio bastardo e ingrato,
oltre non dire "grazie" piscia sul loro amore.
I banchieri son persone argute e dissolute, sanno per certo che una persona d'intelligenza fertile a contatto con soldi e potere potrebbe subirne il fascino cedendo a tentazione.
Quindi assumono esclusivamente direttori di banca con indice Apgar mai superiore a 6 e Q.I. rigorosamente entro il 65.
Fine estate, un paese incantato, una perla al centro d'una valle verde circondata da colline adorne di neve intonsa.
Giuse e Chiara assaporano le poche primavere,
scindendo fra i profumi della natura incontaminata
quello sublime del loro amore.
Questo è un ottimo inizio.
Natale, Giuse e Chiara hanno appena salutato la coppia di figli e i quattro meravigliosi nipotini che sono venuti ad onorarli per la santa festa delle belle famiglie.
Stanchi nel corpo ma reattivi negli occhi, guardandosi,
come il primo giorno si tengono le mani davanti al camino.
Questa è un ottima fine.
Ad iniziare e finire son bravino.
È nel "durante" che son carente.
Un coccodrillo che piange non è detto sia triste...
Una iena che ride non vuol dire sia felice...
esattamente come l'uomo.
Madre natura non produce né bruttezza né bellezza.
È l'osmosi fra cuore e mente che le creano.
Il massimo da fare per esser immortali è creare la condizione che per una cinquantina d'anni dopo la dipartita amici e familiari parlino bene di noi, ancor più che lo pensino.
Dopo francamente che ce frega.
Saper che incontrare la morte è un dogma, mi crea l'alibi d'aspettarla andandole incontro.