Scritta da: Nicole Stocchi
A ripensarci adesso si sentiva stupido, come ci si sente stupidi a pensare a tutto il tempo che sprechiamo desiderando essere altrove.
dal libro "La solitudine dei numeri primi" di Paolo Giordano
A ripensarci adesso si sentiva stupido, come ci si sente stupidi a pensare a tutto il tempo che sprechiamo desiderando essere altrove.
Ogni evento ha un corso proprio... non esiste qualcosa che abbia un inizio e non una fine...
ho imparato a seguire il corso degli eventi e a non accanirmi mai contro la loro fine...
ho imparato che non ha senso tornare indietro quando si può andare avanti...
I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi. Se ne stanno al loro posto nell'infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari e per questo Mattia li trovava meravigliosi. Certe volte pensava che in quella sequenza ci fossero finiti per sbaglio, che vi fossero rimasti intrappolati come perline infilate in una collana. Altre volte, invece, sospettava che anche a loro sarebbe piaciuto essere come gli tutti, solo dei numeri qualunque, ma che per qualche motivo non ne fossero capaci.
Sentiva il bisogno di abbandonare il proprio peso sul corpo di qualcun altro, come se il contenuto della testa fosse improvvisamente diventato insostenibile per le sue gambe da sole.
Vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero.
Non aveva scelto lui fra tutti quanti. La verità è che non aveva pensato a nessun altro.
Il bacio che desiderava veramente non l'aveva ancora trovato nella bocca di nessuno.
Parlavano poco, ma trascorrevano il tempo insieme, ognuno concentrato sulla propria voragine, con l'altro che lo teneva stretto e in salvo, senza bisogno di tante parole.
L'unica cosa certa era che lui era tornato e che lei avrebbe voluto non se ne andasse più.
Il mio cuore, ogni tanto, si ammala: è la malattia dei ricordi. È una terapia lunga e difficile... si cura vivendo!Commenta