Su una pietra ho infranto ieri un'anfora di porcellana: Ero ebbro quando commisi quell'atto nefando. E l'anfora allora mi disse, in un suo muto linguaggio: "Io fui come te, anche tu come me sarai".
Che sia di duecento, trecento o mille anni la tua vita Da questo vetusto palazzo sarai fatalmente cacciato. Il sultano e il mendico del bazaar; Tutti e due avranno un valore solo alla fine.
Gli esseri umani, nonostante le progressive conquiste della medicina e della genetica, continueranno a nascere ignoranti. Molti, ahimè, lo resteranno per il resto della vita.
Sii maledetta, povertà! Tu togli all'uomo la ragione e il senno, e così non val più nulla. Gli amici subito fanno a meno di lui, se non gli resta nulla della sua fortuna. Gli voltano le spalle e lo salutano a fatica. Solo finché vive nel lusso, ha dei parenti affezionati.
Un uomo si propone di disegnare il mondo. Nel corso degli anni popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di vascelli, di isole, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l'immagine del suo volto.