Scritta da: Mariella Buscemi
Perché le paure sono sempre incise a "scavernare" in profondità ed il coraggio è fatto di croste che si sollevano per colpi di unghia decisi.
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Perché le paure sono sempre incise a "scavernare" in profondità ed il coraggio è fatto di croste che si sollevano per colpi di unghia decisi.
Trafitta da armi, divento arma. Toccata dal male, divento male. Fissata a due coltelli che mi reggono in piedi come se fossi appesa, impiccata senza cappio, ma sostenuta. Lama che mi arrugginisce da dentro, mi ossida e scortica l'umano che resta in me, disincrosta la pelle per sostituirla all'acciaio. Guerriera con macchia e peccato, a chiazze ed a rischio peste, screpolata in superficie, inossidabile immediatamente sotto. Tu, stammi sotto. Immediatamente.
Ho tutto scritto sulla schiena. I mille rifiuti tra i reni, le impossibilità sulle scapole, l'ansia che scende dalla nuca a seguire le vertebre tra i suoi anelli e vi scivola in mezzo come nastro di raso finissimo; la paura che mi fa un giro di morte, da fianco a fianco, a cingermi saldamente. La paura. È un gioco diabolico il suo. Occhi sbarrati che, se anche volessi chiuderli per difendermi, non potrei. Non posso. Mi resta solo di voltarmi di spalle e continuare queste mie scritture, incise con bisturi dilanianti e sferzate crudeli. Poi, si rigenera. Pelle diafana ed elegante. Allontanarsi, dondolando.
Come un fiore d'acciaio, dalla delicatezza inossidabile, dalla durezza che screpola i petali. Un giardino ferroso a scaglie e schegge a ferire il piede destro sotto il mio doloroso sguardo sinistro.
E non distinguere carezze da schiaffi e scansarsi in entrambi i casi. E donare carezze vissute come schiaffi. E farsi schiaffeggiare pur di farsi toccare.
Sull'altura, ad urlare al mondo: "Non mi fai paura"! E l'eco, sardonica, risponde, sempre, con quell'aria di sfida!
Esistono verità così nascoste da farci perdere il gusto di scovarle, ripiegando, lesti, in menzogne di comodo ed a portata di mano; ci giustifichiamo, così, pensando che sia più un fatto di pigrizia che non di disonestà.
Ci sono deliri, così affamati, che non tollererebbero l'abbandono di un ultimo morso che non è mai l'ultimo. Chi entra non esce!
E poi, c'è chi come me, è danno e beffa insieme e muore per propria mano in un bizzarro capovolgimento nel contrario.
Dimmi che animale sei. Dimmi che animale sono io. Svelami l'orrore che mi attira.