Frasi inserite da Mariella Buscemi

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Scritta da: Mariella Buscemi
Che tu sia la strage della mia innocenza, il silenzio sulla bocca aperta il buio sugli occhi sbarrati, la paura di mezzo coraggio che vien meno, la mano mutilata che afferra l'aria, la sensazione fantasma del mio sentire, lo sguardo sinistro del mio profilo di tre quarti, l'equilibrio instabile del mio essere di spiego. Postura traballante ed oscillante appesa alle corde dei miei nervi sfilacciati.
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    Scritta da: Mariella Buscemi
    E mentre gli altri sgomitano, io mi scanso e mi faccio da parte, ché a me le gomitate non mi sono mai piaciute; ti lasciano lividi ancora più neri rispetto a quelli che ti procureresti andando a sbattere contro i soliti spigoli immaginari, per la premura di allontanarti bruscamente nel tentativo di trovare la porta che ti accompagnerà verso l'uscita.
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      Scritta da: Mariella Buscemi
      Sono la mia aristocratica sorella gemella. Quella dagli occhi rossi, infiammati. Quella che urla contro il male della mia anima e me la difende, come fosse lei la maggiore e, forse, è nata una frazione di secondo prima che rimanessimo orfane. Si divide, moltiplicandomi, applicando un teorema all'ipotenusa dei nostri cordoni ombelicali.
      Urla le mie parole inconfessabili. Ci celebriamo nelle notti e mi distilla i cattivi pensieri ed i residui diurni. Le devo tanto, ma è l'unica che non pretende la mia gratitudine e non mi tiene sotto scacco, in quel continuo stato di debito che mi usura e mi ricatta.
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        Scritta da: Mariella Buscemi
        Identità rarefatta. Dispersione. Sospensione. Limbo. Episodi di deragliamento del pensiero. Diagnosi improbabile. Succede questo a non definirsi con tratti netti e marcati, con il nero che imbratta il bianco e lo deturpa irrevocabilmente, irrimediabilmente. Tra lo stare ed il non stare, ci sono io a dirimere il traffico: i pedoni a destra, i cingolati a sinistra e poi, tutti in fondo, verso la cassa toracica allestita a garage sotterraneo, ché tutti lì andate a finirmi, tra l'esofago strozzato, i polmoni in asfissia ed il cuore rattrappito.
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          Scritta da: Mariella Buscemi
          Mi passi attraverso gli occhi della mente. Occhi sgranati, mente sgranata. Non li chiudo mai. Mi attraversi le iridi dell'immaginazione, dipingendole del colore dei tuoi umori neri, cangianti. Mi sfondi le cornee, inglobando i globi, lisciando le ciglia, ammaccando le palpebre, pestandomi la luce che arriva dal tuo buio. Mi uccidi con le tue pose rovesciate attraverso i prismi di un caleidoscopio senza sfumature.
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            Scritta da: Mariella Buscemi
            M'incidi la libertà che mi neghi con il bisturi del tuo sadismo. Ho la schiena candida, gaussiana dell'intero corpo che contiene il tuo diabolico gioco nell'aria sottesa delle vertebre sporgenti pronte ad accogliere le cinghiate dei tuoi rifiuti. Il tuo calco mi risiede conficcato tra i pori; nostalgica malinconia sofferente che ti invoca.
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              Scritta da: Mariella Buscemi
              Ti creo quella sovrapposizione che, all'improvviso, si scolla, si allontana. Ti sembro vicina, ma devi patire la lontananza, come fosse resa, disfatta, misfatto. Incuto incisiva pena da scontare, ma non è crudeltà, è semplice autoafflizione, ché me ne sto tra i miei veli vedo-non vedo a nascondermi per paura e non a spiare, ché non irromperei mai in te come oggetto non desiderato, non desiderabile e mi è preferibile una presenza-assenza malcelata, ma introvabile se non su specifica richiesta alla quale piegarsi, con le mani giunte, in un "e così sia" al tuo volere.
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