Scritta da: Giuseppe C.
Sto cercando un hacker che entri nel mio cuore e cancelli tutto quello che ho provato per te. Lo pagherò con il male che mi hai fatto. Diventerà ricco.
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Sto cercando un hacker che entri nel mio cuore e cancelli tutto quello che ho provato per te. Lo pagherò con il male che mi hai fatto. Diventerà ricco.
Ogni tanto penso a quanto può la mente umana essere davvero stupefacente, ma anche meramente disumana; siamo capaci di disumanizzarci dall'umanità che ci è stata concessa; mi rivolgo a tutte quelle persone che praticano o hanno subito l'annientamento prodotto successivamente nell'abbandonare o nell'essere abbandonati; siano esse appartenenti al mondo animale, umano o frutto della natura: l'innaturalità di tale comportamento porta anche un essere umano ad abbandonare il frutto dell'unica incredibile reale virtù dell'uomo: "la capacità di procreare e di riprodursi".
Abbandonare vuol dire lasciar perdere ciò che si ha, si è prodotto, si ha avuto in senso assolutistico e, chi è capace di ciò, merita a sua volta l'abbandono.
"Abbandonare per essere abbandonati (prima o poi)"...
Un abbandono non richiede necessariamente un saluto, una fine dichiarata, un momento consapevole, un "addio" detto prima di voltarsi, uno sguardo che si sofferma su ciò che non sarà più, esitando tra malinconici nodi... No. Un abbandono può già essere adesso, silenzioso, mentre - ignari - stiamo l'uno accanto all'altra, vicini... ma con le Anime distanti come due universi invisibili.
Se lasci andar via qualcuno l'importante è riuscire a capire cosa puoi perdere.
Abbandonare il campo, non sempre è una resa: talvolta, significa prendere coscienza dei propri limiti e non peccare di presunzione; è un atto di grande coraggio e di profonda dignità.
Una spina ha trovato sede fra i veli dell'anima. Foto riaffiorano e tu piccolo ago ricordi che sei ancora lì e il proprietario non ti ha ancora tolto. Mi chiedo come mai tu sia giunto tanto nel profondo per poi sparire. Un errore semplice o grande ha la capacità di creare una ferita che pian piano diventa sempre più profonda, in superficie una scheggia che in realtà è una lamina che pone quesiti a me ignoti che procuran solo disorientamento.
Mi chiedo se forse un giorno verrai a riprenderti la spina persa dolce rosa rossa?
Forse non lo farai mai, e allora mi chiedo perché tu sei riuscito così nel profondo per poi uscire con un balzo come una pantera?
Forse ora non dovrebbe importarmi, perché siam risbocciati insieme a delle stelle alpine, eppure il mio animo non mente mai. Qualcosa d'inconcluso la tormenta. Risponderai, alla mia velata richiesta non so.
Quando la rabbia diventerà indifferenza, l'unica cosa che rimane sarà il ricordo.
Anche le orme lasciate sul cemento fresco, presto o tardi svaniscono.
Fa male quando una persona fa la gentile e poi scopri che era tutta una messa in scena per farti soffrire. Eppure non so perché non si riesce mai a liberarsene completamente.
È difficile a volte pensare che per trovare te stessa devi stare sola.
Che devi affrontare il tuo più grande timore,
che questa battaglia sia così personale da non lasciare spazio a nessuno.
È difficile accettare che tutto inizi con una fine.