Scritta da: Monica Cannatella
Mai dire ad un bambino "tu non sei all'altezza", potrebbe mettersi in punta di piedi e arrivare a toccare il cielo se solo lo volesse.
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Mai dire ad un bambino "tu non sei all'altezza", potrebbe mettersi in punta di piedi e arrivare a toccare il cielo se solo lo volesse.
Con te riesco a parlare di ogni cosa, tu l'amica che non da giudizi ma "consigli" tu, quella che fa suo il dolore degli altri dimenticando il proprio, tu che ridi per nulla, tu sempre sincera, tu così unicamente vera, tu così fragile e indifesa, tu timida sognatrice, tu amica mia, se non ci fossi bisognerebbe inventarti.
E poi ti capita di conoscere qualcuno per caso, sai già che non rimarrà molto nella tua vita, ma quel breve istante che è rimasto con te, è servito a renderti più bella la giornata, e anche se per un solo giorno, ha dato un senso alla tua vita.
Noi eravamo tutto quello che si potesse desiderare, eravamo amore, passione, dolcezza, complicità, sentimento, comprensione, fiducia, felicità allo stato puro. Adesso siamo solo un dolce ricordo che aspetta un altro tempo per tornare ad essere ciò che eravamo, che siamo, che saremo sempre!
È così difficile accettarmi così come sono? Con le mie giornate no, con i miei sorrisi contagiosi, con i continui sbalzi di umore, con la malinconia che mi porto addosso? Non credo lo sia, ma a questo mondo sembra che alla gente venga più facile perdonare un crimine che accettare che una persona possa essere felice anche se molto spesso è triste!
Perdonati. Per le volte che non sei stata abbastanza donna, madre, figlia, amica. Per quelle in cui ti è mancato il coraggio di dire basta. Perdonati per ogni volta che hai abbassato lo sguardo sentendoti qualcosa che non eri. Perdonati per i voli lasciati a metà, per le canzoni scritte e cantate mai, per le poesie che non riesci a finire. Perdonati per le volte che hai danzato mentre nessuno ti guardava, perché pensavi di essere ridicola. Per le volte che hai pianto di nascosto e per quelle in cui hai finto di star bene. Perdonati per ogni cosa. E prova per una volta, a dispetto di tutti, ad essere felice.
Io sono: donna, amante, madre, figlia, amica, sorella.
Io sono: maestra, cuoca, infermiera giocoliere, segretaria.
Io sono: conforto, comprensione, coraggio, certezza.
Io sono: meccanico, elettricista, pittrice, falegname.
Io sono: il modo, il tempo e il luogo.
Io sono: il faro, la riva, l'isola, il porto, la stazione.
Io sono: il perdono, l'amore, il consiglio, la tenerezza.
Io sono: tante cose, tante persone, tanti sentimenti.
Io sono: voce del verbo essere... donna!
Essere forti non vuol dire riuscire a superare tutto, ci sono cose che ti lasciano li per terra come quando si riceve un pugno in pieno stomaco. Il peggio non è il dolore che provi in quell'istante, no, quello passa. La cosa peggiore è quello che ti rimane dopo, un senso di assoluta impotenza per non aver potuto far nulla se non incassare un altro colpo.
Non ci vuole molto per farmi sorridere, sarà perché penso che l'importante non è per cosa sorridi, ma con chi sorridi.
Sono di carta. Qualcuno mi ha presa a calci e gettata in un angolo, ma troverò chi mi raccoglierà. Sono di carta e sta piovendo, mi consumerò se nessuno prenderà quel che resta di me. Sono di carta, e mi hanno usata! Poi, come tutte le cose che si "usano", hanno deciso che non servivo più, e mi hanno gettata via. Ma sono di carta e non provo dolore. Sono di carta, e aspetto che arrivi un vento buono che mi faccia cominciare a volare.