Scritta da: Silvia Nelli
Il dolore ci cambia, ci fa diventare diffidenti, schivi e più duri con gli altri.
Composta sabato 20 aprile 2013
Il dolore ci cambia, ci fa diventare diffidenti, schivi e più duri con gli altri.
È si è verissimo, sbagliamo tutti. Se questi errori li riconosci, sai chiedere scusa e sai non ripeterli, allora impari e cresci. Se questi errori sono ignorati e non lasciano segno di "esperienza" interiore, non solo non impari e non cresci, ma varrai veramente poco nella vita.
Hai sorrisi da vendere, non da svendere. Tu hai scelto di vivere, non di sopravvivere.
Competizioni? Mi dispiace io non ne faccio. Ho sempre pensato che se qualcuno ti sceglie lo fa a prescindere. Una donna non dovrebbe mai competere con un'altra donna, perché un cuore che ama ha già scelto e competizione non c'è. Se un uomo vuole veramente una donna possono essercene milioni davanti a lei, ma lui scorrerà la fila per raggiungerla e prendersela. Se si ferma prima non mettetevi in competizione, accettate che non eravate una scelta sentita, ma solo ciò che di meglio c'era al momento. Dignità donne... tenete alta la dignità! Essa è il più bel valore che potete indossare!
Amiamo troppo chi non ci ama. Perdiamo di vista noi stessi... e ci passano davanti" mondi sconosciuti "che non visiteremo mai".
Se mi bastasse una "presenza" avrei potuto sostituirti milioni di volte.
Il bullismo non si combatte sottoponendo chi sbaglia a "gogna mediatica" perché la "gogna mediatica... è bullismo!
Ho visto l'amore negli occhi di una donna, ho visto le lacrime e il dolore. In essi ho scorto la delusione e la gioia, la passione e la rabbia. Gli occhi di una donna sono uno specchio nel quale spesso riflettersi è pericoloso. Può far male, ferire o rendere pazzamente felice e dipendente da essi.
Abbiamo perso tempo e ci siamo giocati il cuore. Abbiamo toccato emozioni che abbiamo pagato con le lacrime. Abbiamo lasciato una parte di noi in un posto ora sconosciuto. Abbiamo salvato l'altra parte di noi quando abbiamo scelto di andarcene da quel luogo che non riconoscevamo più come il posto "giusto" per noi.
Avere a fianco una come me è un onore. Se è un peso non sono io il problema, ma tu che vali e ti accontenti di poco.