Scritta da: Stefano Gentilini
Se solo potessimo sprofondare nel cielo, capiremmo che l'oceano è dentro di noi.
Composta martedì 21 giugno 2016
Se solo potessimo sprofondare nel cielo, capiremmo che l'oceano è dentro di noi.
La casualità è quella bugia così terribilmente programmata, da sembrare così tremendamente spontanea.
Ci sono percorsi che dobbiamo fare, anche solo per non capire, perché non tutto il comprensibile passa attraverso occhi ed orecchie. Ci sono percorsi che solamente perdendosi è possibile ritrovarsi.
Esistere intensamente ti fa scoprire cosa vorresti dalla vita, ma essere ciò che sei veramente, ti fa capire che è più importante domandarsi cosa vorrebbe la vita da te.
Non esiste infinito con un finale che abbia come strada la paura di lasciarsi trasportare al di là di ciò che lasciamo alle nostre spalle.
A volte ci si nasconde in uno sguardo sfuggente perché ci vuole più amore per allontanarsi che per rimanere.
Non chiedere mai scusa per ciò che sei o per ciò che provi, non giustificarti. Semmai preoccupati per ciò che non sei ancora diventato, perché troppo impegnato ad ascoltare gli altri su come ti vorrebbero.
Per vedere le cose come sono, dovremmo essere ovunque senza essere in nessun posto. Per vedere invece come siamo, dovremmo essere in un posto ed essere ovunque, perché puoi essere più libero rinchiuso tra le sbarre, invece che in un volo libero senza direzione.
Più lontano guardi e più non ci si accorge di quanto sei fermo. Così come più in alto si arriva e meglio vedi ciò che hai lasciato, anche ciò che ti rendeva felice.
Il cambiamento più difficile è quello di riuscire a diventare ciò che sei realmente.