Commenti a "Ogni arte ha la sua tecnica. Per scrivere..." di Giuseppe Freda


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Sergio, tu stai da una vita sul sito e conosci tutti. Io ci sono entrato molto ma molto dopo, e poi sono di mia natura schivo e riservato.  : )))
    A quelli che conosco, non disdegno assolutamente di segnalare un eventuale errore in privato; ma farlo con uno sconosciuto, credo possa essere una confidenza eccessiva... Anche perché (purtroppo) spesso l'errore non è "di distrazione", bensì as*inino. E nel 99% dei casi una segnalazione privata con oggetto as*inino sortisce effetto zero.
    Comunque, è interessante notare come, pur in una concordia sostanziale di vedute, possano sussistere angoli visulai discordi...
    Io direi di fare così: quando io vedo un errore grammaticale, lo segnalo prima a te; poi tu lo segnali all'interessato (io non me la sento, e sinceramente, alla Buffon, me ne foffo); poi, se l'interessato si ribella, interveniamo entrambi a fargli la frase NERA di commenti grammaticali...
    E se poi l'interessato ci cancella i commenti, ci toglie il saluto, e restringe ai soli "clientes" la possibilità di commento, che si fa??
    NIENTE PAURA !!! Da questo refugium gramaticorum, vera e propria trincea della grammatica italiana, potremo ugualmente, come novelli Enrico Toti, scagliare i nostri or*pelli grammaticali verso qualsiasi frase vogliamo, anche verso la  Commedia di Dante Alighieri. E saremo sempre in tema, sempre liberi, e mai più soggetti ad improvvise quanto inopportune mannaie.
    Così anche tu (che sicuramente mi sopravviverai) un giorno potrai, mutatis mutandis, scrivere qualcosa di analogo a ciò che segue:
    « "In pieno giorno superammo lo sbarramento ne*mico allo scoperto". Alle quindici circa del 6 agosto 1916 arrivammo a quota 85 (appena fuori Monfalcone, prima dell'Lisert, in località Sablici). Venne subito l'ordine d'avanzare ed Enrico era tra i primi. Aveva percorso 50 metri quando una prima pallo*tto*la lo raggiunse. M'avvicinai mentre eravamo entrambi allo scoperto. Non ne volle sapere di ripararsi. Continuava a gettare bo*mbe, e per far questo si doveva alzare da terra. Fu così che si prese una seconda pal*lotto*la al petto. Pensai che fosse m0rto. Mi feci sotto tirandolo per una gamba ma questi scalciò. Improvvisamente si risollevò sul busto e afferrata la gruccia la scagliò verso il nemico. Una pa*llo*ttola, questa volta l'ultima, lo colpì in fronte" »
(Ulderico Piferi, a proposito di Enrico Toti, medaglia d'oro della prima guerra mondiale).
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Quì posto anche questo utilissimo  link ... una utile tabellina:

www.manuscritto.it/accento.html
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Mi è scappata tra le dita una riga.  Sarò perdonata ?
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Vorrei contribuire all'inaugurazione di questa osteria con una
frase pensata proprio ora.

I BUONI ALUNNI HANNO SEMPRE BUONI MAESTRI.

Vorrei però sollevare un piccolo appunto circa la favola del ' re nudo'.
Il bimbo , dall'alto della sua innocenza ,  enunciò una semplice evidenza.,
In lui non albergava alcun sentimento di giustizia, verità o coraggio.
Solo la modestia dei semplici e l'umiltà di occhi puri possono fare
la differenza tra verità e quello che si pensa sia 'la verità'.

Non c'era in lui nessun intento di giustizia o verità
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Proprio così, Lucia; oltre tutto, non è detto che quegli esami li gestiscano sempre gli stessi "professori": anche i professori sbagliano.
Solo i presuntuosi non sbagliano mai...

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