Commenti a "Non mi piace Nietzsche perché ama la..." di Bertrand Russell
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postato da bennato, il
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postato da margherita1, il
Ho sempre avuto per Russel una profonda ammirazione , ho sempre condiviso il suo pensiero, pur dando ragione a Pino,risulta chiaro che ogni pensiero è soggettivo non necessariamente giusto ma condivisibile.
In quanto a testa di ricotta non fa testo, conosce Russel come i calciatori delle figurine Panini !!!!!
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postato da bluedeep, il
Il commento - che mi è costato , devo confessare un po di fatica - è in attesa di valutazione , spero che lo STAFF intervenga a sbloccarlo al più presto , sarebbe un gesto di grande benevolenza verso il pensiero di un grande filosofo , nonché Nobel per la letteratura.
Saluti.
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postato da bluedeep, il
Ok, ci sono , l' ho trovato :-)
Riporto fedelmente quanto scritto da Russell pagina 55 \56 \57 del capitolo " bene generale e beni parziali " di " Un etica per la politica".
" .... Quando i desideri di un uomo sono rivolti principalmente , anche se forse non completamente , agli interessi di un certo gruppo che potrebbe essere rappresentato dalla sua nazione , dalla razza, dalla classe sociale e dal sesso , ci sono tre diversi atteggiamenti etici che egli può adottare. Primo : può pensare che gli interessi dell' umanità , a lungo andare, coincidono con quelli del suo gruppo , anche se i membri di altri gruppi , nella loro egoistica cecità , non se ne rendono conto . (...) .
Secondo . può pensare che nel regno dei fini conta soltanto il suo gruppo e che gli altri vanno considerati dei puri e semplici mezzi per la soddisfazione dei desideri del suo gruppo.
Il primo che si potrebbe chiamare dell' imperialismo illuminato , presuppone la dottrina secondo la quale alcuni gruppi nella società sono migliori degli altri , anche se consistenti porzioni dell' umanità non la pensano così. Coloro che adottano questa prospettiva diranno che è meglio essere civili anzichè selvaggi, o cristiani anzichè pagani, o monogami anzichè poligami, o industriosi anzichè pigri , o qualcosa di simile. I greci giudicavano il loro sistema di vita migliore di quello dei barbari e dopo Alessandro questa credenza ha assunto toni imperialistici ( ...) . Più tardi cristiani e musulmani hanno fatto propria un' analoga concezione dell' importanza delle loro rispettive religioni. Gli inglesi consideravano l' opera da loro svolta in India come una influenza incontestabilmente civilizzatrice : Mecaulay non aveva alcun dubbio che rientrava nella nostra benefica missione portare la nostra letteratura , il nostro diritto , e la nostra filosofia in aiuto alla nazione arretrata che la Provvidenza aveva affidato alla nostra responsabilità.
La più elaborata giustificazione di teorie simili va rintracciata in Hegel e in Marx . In Hegel c' è uno Spirito del Mondo o una Guida del Mondo che presiede allo sviluppo della civiltà e usa le varie nazioni , in tempi diversi, come suoi strumenti. Ci fu un tempo in cui esso divise le sue attenzioni tra la Mesopotamia e il bacino del Nilo ; poi migrò in Grecia , a Roma e, nei 1400 anni successivi , in Germania. In un momento imprecisato ma lontano , esso attraverserà l' Atlantico e si stabilirà negli Stati Uniti. In ogni stadio , la nazione che per il momento è il veicolo dello Spirito del Mondo è giustificata come potenza imperialistica , e le sue imprese avranno successo finchè la sua epoca non narriverà alla fine ; le nazioni che le resistono , come fece Cartagine con Roma , sono cieche di fronte all' evidenza della posizione subordinata che occupano nell' ordine cosmico , e sono condannate ad una inevitabile sconfitta.MArx ha adottato questa filosofia della storia , introducendovi solo due lievi modifiche. Ha ribattezzato la Guida del Mondo , chiamandola Materialismo dialettico , ha sostituito le classi sociali alle nazioni.
Veniamo ora alla seconda teoria , secondo la quale il " bene" è una caratteristica esclusiva di un certo gruppo , mentre il resto dell' umanità rappresenta o un ' ostacolo da spazzare via o un mezzo da utilizzare per arrecare il massimo vantaggio a coloro che , soli, hanno importanza come fini. La maggior parte della gente assume questo atteggiamento , senza rifletterci affatto , nei confronti degli animali ....Quando si tratta degli esseri umani , la religione , e in particolare la religione cristiana , ripudia integralmente questa posizione . Secondo il pensiero cristiano un uomo non ha alcun diritto di uccidere uno dei suoi schiavi , nè di costringere una schiava al concubinaggio , nè di distruggerne il matrimonio , nelle questioni religiose tutti gli uomini sono uguali. Questa bè la dottrina ufficiale : la prassi invalsa nella maggior parte dei paesi cristiani è stata però quasi sempre molto diversa. Dove si è affermata la schiavitù , i diritti attribuiti in teoria agli schiavi non sono stati riconosciuti nè dagli individui , nè dai tribunali.Per lo più i bianchi dell' America del nord un tempo consideravano i negri utili e gli indiani dannosi , ma in entrambi i casi essi non presero nemmeno in considerazione l' idea che il bene dell' indiano o del negro potesse avere una qualsiasi conseguenza su ciò che il bianco doveva fare.
(...).
Nell' età contemporanea il migliore teorico di questa dottrina etica è stato Nietzsche. Egli sostenne che ci sono dei grandi uomini , o eroi, i pensieri e le emozioni dei quali sono importanti , mentre le masse dell' umanità debbono considerarsi soltanto dei mezzi o degli ostacoli allo sbocciare dei rari esseri superiori. La rivoluzione francese , egli disse, era giustificata perchè ha prodotto Napoleone. Formulare con precisione questa dottrina è difficile , in quanto essa non presenta una chiara definizione dell' " eroe" : in pratica , è semplicemente qualcuno che Nietzsche ammira. E' invece molto più facile formulare con precisione la versione più popolare della dottrina che contrappone uomo e donna , bianchi e uomini di colore , capitalisti e salariati , gentili e Ebrei , ecc. Almeno in teoria , però , la dottrina di Nietzsche potrebbe essere chiarita ; si potrebbe dire , per esempio , che i soli uomini che " contano" sono quelli dotati di un quoziente intellettuale da 180 in su. C' è da aspettarsi che le persone con un quoziente intellettuale di 179 desiderino modificare leggermnente la dottrina , ma forse un governo di uomini intellettualmente superdotati troverebbe il modo per trattare con loro."
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postato da Giuseppe Freda, il
Ciò mi pare faccia parte della "coerenza" intrinseca all'etica di Nietzsche, cui Russell fa riferimento. Etica che, certo, Russell definisce "spiacevole" ; ma nella parola stessa, "spiacevole", risiede la soggettività del giudizio, tipica di ogni valutazione che si possa dare, in positivo o in negativo, di qualsiasi filosofia. La cui coerenza è, invece, l'unico elemento che sia dato giudicare con una qualche obiettività.
In proposito, è interessante notare come Nietzsche e Russell, padri di due concezioni filosofiche dichiaratamente atee, abbiano espresso etiche profondamente diverse, se non diametralmente opposte; di cui però la seconda, quella di Russell, molto vicina, se non totalmente sovrapponibile, all'etica cristiana.
Ho comunque postato questa frase di Russell per evidenziare il suo pensiero circa la filosofia di Nietzsche; e attendo con piacere l'integrazione preannunziata da Giulio Pintus.