Commenti a "Non mi piace Nietzsche perché ama la..." di Bertrand Russell
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postato da Giuseppe Freda, il
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postato da margherita1, il
Caro Giulio per fortuna hai innalzato il livello di dialettica che stava miseramente naufragando. Niente da aggiungere, come già detto Condivido
Russel al 96 per cento ! Credo appunto che se si potesse abolire l'ipocrisia e stabilire un principio di chiarezza, se pur negativa, sarebbe più semplice
scoprire le dinamiche che regolano i rapporti tra i popoli.
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postato da bluedeep, il
Per taluni , mi pare evidente , la Guida del Mondo , o lo Spirito del Mondo è impersonata dalla follia.
Non è dato sapere se costoro , tuttavia , sono in grado di produrre minori danni rispetto agli altri , o meno.
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postato da bluedeep, il
Ok, ci sono , l' ho trovato :-)
Riporto fedelmente quanto scritto da Russell pagina 55 \56 \57 del capitolo " bene generale e beni parziali " di " Un etica per la politica".
" .... Quando i desideri di un uomo sono rivolti principalmente , anche se forse non completamente , agli interessi di un certo gruppo che potrebbe essere rappresentato dalla sua nazione , dalla razza, dalla classe sociale e dal sesso , ci sono tre diversi atteggiamenti etici che egli può adottare. Primo : può pensare che gli interessi dell' umanità , a lungo andare, coincidono con quelli del suo gruppo , anche se i membri di altri gruppi , nella loro egoistica cecità , non se ne rendono conto . (...) .
Secondo . può pensare che nel regno dei fini conta soltanto il suo gruppo e che gli altri vanno considerati dei puri e semplici mezzi per la soddisfazione dei desideri del suo gruppo.
Il primo che si potrebbe chiamare dell' imperialismo illuminato , presuppone la dottrina secondo la quale alcuni gruppi nella società sono migliori degli altri , anche se consistenti porzioni dell' umanità non la pensano così. Coloro che adottano questa prospettiva diranno che è meglio essere civili anzichè selvaggi, o cristiani anzichè pagani, o monogami anzichè poligami, o industriosi anzichè pigri , o qualcosa di simile. I greci giudicavano il loro sistema di vita migliore di quello dei barbari e dopo Alessandro questa credenza ha assunto toni imperialistici ( ...) . Più tardi cristiani e musulmani hanno fatto propria un' analoga concezione dell' importanza delle loro rispettive religioni. Gli inglesi consideravano l' opera da loro svolta in India come una influenza incontestabilmente civilizzatrice : Mecaulay non aveva alcun dubbio che rientrava nella nostra benefica missione portare la nostra letteratura , il nostro diritto , e la nostra filosofia in aiuto alla nazione arretrata che la Provvidenza aveva affidato alla nostra responsabilità.
La più elaborata giustificazione di teorie simili va rintracciata in Hegel e in Marx . In Hegel c' è uno Spirito del Mondo o una Guida del Mondo che presiede allo sviluppo della civiltà e usa le varie nazioni , in tempi diversi, come suoi strumenti. Ci fu un tempo in cui esso divise le sue attenzioni tra la Mesopotamia e il bacino del Nilo ; poi migrò in Grecia , a Roma e, nei 1400 anni successivi , in Germania. In un momento imprecisato ma lontano , esso attraverserà l' Atlantico e si stabilirà negli Stati Uniti. In ogni stadio , la nazione che per il momento è il veicolo dello Spirito del Mondo è giustificata come potenza imperialistica , e le sue imprese avranno successo finchè la sua epoca non narriverà alla fine ; le nazioni che le resistono , come fece Cartagine con Roma , sono cieche di fronte all' evidenza della posizione subordinata che occupano nell' ordine cosmico , e sono condannate ad una inevitabile sconfitta.MArx ha adottato questa filosofia della storia , introducendovi solo due lievi modifiche. Ha ribattezzato la Guida del Mondo , chiamandola Materialismo dialettico , ha sostituito le classi sociali alle nazioni.
Veniamo ora alla seconda teoria , secondo la quale il " bene" è una caratteristica esclusiva di un certo gruppo , mentre il resto dell' umanità rappresenta o un ' ostacolo da spazzare via o un mezzo da utilizzare per arrecare il massimo vantaggio a coloro che , soli, hanno importanza come fini. La maggior parte della gente assume questo atteggiamento , senza rifletterci affatto , nei confronti degli animali ....Quando si tratta degli esseri umani , la religione , e in particolare la religione cristiana , ripudia integralmente questa posizione . Secondo il pensiero cristiano un uomo non ha alcun diritto di u c c i dere uno dei suoi schiavi , nè di costringere una schiava al concubinaggio , nè di distruggerne il matrimonio , nelle questioni religiose tutti gli uomini sono uguali. Questa è la dottrina ufficiale : la prassi invalsa nella maggior parte dei paesi cristiani è stata però quasi sempre molto diversa. Dove si è affermata la schiavitù , i diritti attribuiti in teoria agli schiavi non sono stati riconosciuti nè dagli individui , nè dai tribunali.Per lo più i bianchi dell' America del nord un tempo consideravano i n e gri utili e gli indiani dannosi , ma in entrambi i casi essi non presero nemmeno in considerazione l' idea che il bene dell' indiano o del n e g ro potesse avere una qualsiasi conseguenza su ciò che il bianco doveva fare.
(...).
Nell' età contemporanea il migliore teorico di questa dottrina etica è stato Nietzsche. Egli sostenne che ci sono dei grandi uomini , o eroi, i pensieri e le emozioni dei quali sono importanti , mentre le masse dell' umanità debbono considerarsi soltanto dei mezzi o degli ostacoli allo sbocciare dei rari esseri superiori. La rivoluzione francese , egli disse, era giustificata perchè ha prodotto Napoleone. Formulare con precisione questa dottrina è difficile , in quanto essa non presenta una chiara definizione dell' " eroe" : in pratica , è semplicemente qualcuno che Nietzsche ammira. E' invece molto più facile formulare con precisione la versione più popolare della dottrina che contrappone uomo e donna , bianchi e uomini di colore , capitalisti e salariati , gentili e Ebrei , ecc. Almeno in teoria , però , la dottrina di Nietzsche potrebbe essere chiarita ; si potrebbe dire , per esempio , che i soli uomini che " contano" sono quelli dotati di un quoziente intellettuale da 180 in su. C' è da aspettarsi che le persone con un quoziente intellettuale di 179 desiderino modificare leggermnente la dottrina , ma forse un governo di uomini intellettualmente superdotati troverebbe il modo per trattare con loro."