Commenti a "Non mi piace Nietzsche perché ama la..." di Bertrand Russell
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Gilbert Keith Chesterton espresse il suo disprezzo per le idee di Nietzsche con queste parole:
«Non riesco a pensare che uno sprezzo cosmopolita del patriottismo sia semplicemente questione di opinioni, così come non credo che uno sprezzo nietzscheano per la compassione sia semplicemente una questione di opinioni. Penso che entrambe siano eresie tanto orribili che il loro trattamento non dev'essere tanto mentale quanto morale, sempre che non sia solo un caso clinico. Gli uomini non sono sempre m0rti per una malattia, né sono sempre condannati da una delusione; ma finché ne sono a contatto, ne sono distrutti.»
(llustrated London News, 31 maggio 1919)
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La vasta popolarità di Nietzsche tra i nazisti scaturì in parte dai deliberati sforzi di Elisabeth Förster-Nietzsche, sorella del filosofo che ne curò le pubblicazioni dopo il suo tracollo psichico, divenendo peraltro ad un certo punto un'aperta simpatizzante del partito nazista. Per di più, Mazzino Montinari, nel corso della pubblicazione di opere postume di Nietzsche durante gli anni 1960, scoprì che Elisabeth, "creando" per così dire La volontà di potenza mediante l'attività di revisione redazionale di frammenti postumi, ne aveva tagliato degli estratti, cambiato l'ordine, aggiunto titoli di sua invenzione, inserito passaggi di altri autori copiati da Nietzsche come se fossero stati scritti da Nietzsche stesso, e così via.
Alcuni antinazisti ed antifascisti, tra cui György Lukács, condividono in sostanza la tesi di una filiazione diretta del fascismo dalla filosofia nietzschana e più in generale irrazionalista.
Georges Bataille fu uno dei primi a sostenere la tesi invece di una sostanziale falsificazione o di un fraintendimento di Nietzsche compiuti dagli autori nazionalsocialisti, fra cui Alfred Bauemler e Alfred Rosenberg, richiamando in particolare l'atteggiamento diffidente ed ostile del filosofo rispetto agli ambienti antisemiti del suo tempo, del resto in gran parte fortemente connotati in senso cristiano. Nel 1937 dedicò un numero di Acéphale, intitolato "Riparazioni a Nietzsche", sul tema "Nietzsche ed i fascisti." In tale sede, ribattezzò ironicamente Elisabeth Förster-Nietzsche come "Elisabeth Judas-Förster," riecheggiando la dichiarazione del filosofo: Mai avere a che fare con chiunque sia compromesso con questo imbroglio sfacciato a proposito delle razze.
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Hitler visitava spesso il museo di Weimar dedicato a Nietzsche, e si faceva ritrarre fotograficamente mentre ostentava la contemplazione del busto del filosofo.
Il nazionalsocialismo ravvisava grandi affinità con:
le idee di Nietzsche comprendenti attacchi alla democrazia, al cristianesimo, alle forme di governo parlamentariste;
l'annuncio (contenuto in La volontà di potenza) dell'avvento di una razza dominante destinata a divenire il "signore della Terra";
l'esaltazione della guerra, il credo della razza padrona e dell'Übermensch.
I nazisti mutuarono il punto di vista di Nietzsche sulle donne dicendo: "Il loro regno è la cucina ed il loro ruolo nella vita è generare figli ai guerrieri tedeschi", il che in effetti parafrasa il "vero" Nietzsche:
«L'uomo deve essere preparato per la guerra e la donna per la procreazione del guerriero, ogni altra cosa è follia.»
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« Il superuomo, ecco la grande creazione nietzscheana! Quale impulso segreto, quale interna rivolta hanno suggerito al solitario professore di lingue antiche dell'Università di Basilea questa superba nozione? Forse il taedium vitae, della vita quale si svolge nelle odierne società civili dove irrimediabile mediocrità trionfa a danno della pianta-uomo. E Nietzsche suona la diana di un prossimo ritorno all'ideale. Ma un ideale diverso fondamentalmente da quello in cui hanno creduto le generazioni passate. Per comprenderlo verrà una nuova specie di spiriti liberi fortificati nella guerra, nella solitudine, nel grande pericolo, spiriti che conosceranno il ghiaccio e i venti, le nevi dell'alta montagna e sapranno misurare con occhio sereno tutta la profondità degli abissi, spiriti dotati di un genere sublime di perversità, spiriti che ci libereranno dall'amore del prossimo della volontà del nulla ridonando alla terra il suo scopo e agli uomini le loro speranze – spiriti nuovi, liberi, molto liberi che trionferanno su Dio e sul Nulla! »
(Benito Mussolini, da Il Pensiero Romagnolo, 1905 )