Scritto da: Antonio Belsito
Ti ho raccontato
di coccole
inarrivabili come il cielo
e ti ho ripetuto
giurato
che ti amo
ma tu
forse
non mi hai creduto.
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Ti ho raccontato
di coccole
inarrivabili come il cielo
e ti ho ripetuto
giurato
che ti amo
ma tu
forse
non mi hai creduto.
Ci capiamo. Ma ci imbarazza dirci. Come se la timidezza volesse preservare tanta bellezza. Come un bacio muto al buio. Come una carezza accennata. Come?
Il vento soffiava forte e i capelli svolazzavano. Si scoprivano le spalle delicate e intravedevo le guance già rosse.
Stava su uno scoglio, presa dal suono del mare. E io da lei.
Ci sono modi
e c'è pure il garbo
ci sono giorni
di te
di me!
Ora si parte
seduti nello stesso vagone
fianco a fianco.
Non sai nulla
eppure vorrei portarti al mare
stare con te
seduto su una panchina
o semplicemente passeggiare
e mentre mi racconti
i tuoi pensieri
ti vorrei baciare.
Quantunque ti abbia amato
e ancora amore troverò
il cardo
dal sole cullato
il cielo azzurro
muto
e il tuo sorriso
taciuto.
Se la guerra si potesse fermare
un solo istante
giusto il tempo di togliersi gli elmetti
di fermare i carri armati
di far atterrare i cacciabombardieri
di cessare i colpi di mitra e di mortaio
di richiamare portaerei, navi da guerra
e sottomarini.
Se la guerra si potesse fermare
un solo istante
giusto il tempo di asciugarsi il sudore
impastato con la polvere da sparo
e il fango rinsecchito del misero potere
imbrattati dallo stesso sangue
senza che sia un dovere.
Se la guerra si potesse fermare
un solo istante
per ridar respiro ai corpi martoriati
ancora a terra
per sentire
ancora una volta
i passi di quel bambino
l'abbraccio di quella mamma
il fruscio degli alberi
e la carezza del sole.
Se la guerra si potesse fermare
un solo istante
per riconoscersi popolo
per capire che è la stessa gente
per continuare a vivere
perché la guerra
non porta a niente.
Violenza. Come fosse una festa. Come fosse una gioia. Come fosse un traguardo. E non vi vergognate? E non ci pensate a quando eravate bambini e giocavate, rincorrendovi? Violenza? Ma davvero dite? Ancora? E non ci pensate che non pensarci vi rende ancora più vili, vigliacchi, codardi? Ma cosa avete in testa? Non esiste giustificazione alla violenza. Non dire se, ma, forse. Non esiste condizione alla violenza. Non dire eppure, però, ma vedi che... non esiste che tu insista, persista. Violenza? Guardati allo specchio, fissati, abbi il coraggio di guardarti negli occhi senza distrarti.
Senza se. E senza ma.
Violenza?
Mi hai raccontato di te.
E ti sei fermata in me.
E raccontami di te, di tutto ciò che non hai mai detto. Raccontami lentamente, pure velocemente, magari singhiozzando oppure sorridendo. Raccontami. Io non mi trattengo.