Mi dici di quando eravamo soli. Non c'eri tu. Non c'ero io. E aspettavamo. D'inverno una buona cioccolata calda. Dopo aver studiato però. D'estate un tuffo al mare. Dopo il trambusto di qualche esame. E in primavera lunghe passeggiate. Mentre l'autunno era la stagione delle cicche di sigaretta. E di pensieri affumicati. Poi, quel caffè improvviso, versato - impacciatamente - sui tuoi pantaloni mentre rimuginavo note di solitudine. E l'amore sotto il tavolino.
Rincorrevo le sue labbra senza fermarmi. E lei sorrideva, sfuggendo. Poi, si rigirava e mi guardava ancora un po'; aprivo - a malapena - gli occhi per non farmi accorgere. Lei restava lì, con i suoi occhi conficcati nella mia pelle. Immobile. Statuaria. Riconoscevo la perfezione pur a occhi socchiusi. Perché di quella perfezione arriva la deflagrazione, l'onda d'urto, la "violenta" bellezza che, pur immobile, è, comunque, azione. Non lascia irriverenti tale bellezza. Perché non è di cartapesta ma è, semplicemente, così. A tal punto da dover sbirciare a occhi socchiusi.
Il "quando" è l'istante, il momento, la bussola che orienta un percorso di vita. Ogni momento diventa una tessera del mosaico dell'esistenza, quindi proprio ogni momento è un valore da non disperdere, bensì da vivere. Il "quando" diventa scansione incessante di ogni essere, quella finestra o quella porta da aprire (e da non chiudere) per apprezzare (e per comprendere) l'esistenza autentica. A volte, basterebbe soffermarsi in ogni "quando" per non perdere quella tavolozza di colori che diventa l'arcobaleno di una vita. Spesso, diventa difficile emozionarsi o, addirittura, si "patisce" l'emozione; allora, tutto sembra più difficile, se non impossibile. Eppure, basterebbe guardare - un istante - con gli occhi di un fanciullo per capire... "quando".
Mentre percorri la strada - che sia bello o cattivo tempo - non perdere mai di vista chi tu sia, i tuoi valori, i tuoi principi, il tuo essere. Perché non c'è nessuno più di te che possa volerti bene. E anche quando giungeranno le delusioni... rimarrai, comunque, orgogliosamente te stesso con la tua verità. Rispettarsi.
Perché non c'è un prima e un dopo, un imperfetto/passato prossimo e un presente, non c'è un se o un ma, un sì o un no... ci siamo noi con il nostro portato emotivo, con il nostro soluto di percezioni, c'è chimica/fisica/anima... non c'è un sospiro o un respiro... c'è tutto ciò che è. Che è.
Chi dice chi? Chi dice cosa? Si sente la pioggia scivolare sulla pelle e il colore sorprendere gli occhi. Ferite, più o meno profonde, inferte col sorriso più irreale. Il dolore, la sofferenza, non hanno età ma insegnano. Sopraggiungono istanti di serenità, allegria, sembrano alleviare, rimarginare, sembra che tutto torni all'origine ove manca la necessità di dover combattere. Chi? Cosa? Perché? Si distendono i muscoli e si allenta la mandibola, la fronte si rilassa, gli occhi prendono luce e le labbra sussurrano. Ci siamo e non possiamo negarci di esistere, di esserci su questa piattaforma complessa; giriamo intorno a noi stessi e intorno al sole. Ci sorprende la luna. Sono stelle. I piedi risentono dei passi di ogni giorno poiché è ogni giorno che insegniamo a noi stessi a non cadere o (se si cade) a rialzarci (possibilmente). Noi siamo l'equilibrio dei piedi.
Che bello sentire la vita in un attimo, sì, in un attimo che sia respiro, sospiro, fremito, in un attimo che sia o che siamo, in un attimo di caos che sia quiete, sì, in un attimo che sia tornado proprio come gli occhi quando si rivelano e non si staccano più. In un attimo.
Succede che spira il vento del cuore e arriva. Succede che questa brezza giunge più forte dell'aridità che, a volte, sconquassa. Succede che ci si incontra e ci si riconosce nella verità di pregi e difetti e ci si vuole bene, così tanto bene che l'eternità diventa ogni passo insieme.
Siamo semplicemente un vuoto di carne e ossa che si riempie e si anima solo attraverso l'interazione più vera: è la condivisione più bella per un mondo "migliore" e un'esistenza "migliore". Le sensibilità non possono e non devono stare ai margini, bensì devono esondare e impegnare l'universo.