Scritto da: Michela A. Tomà
in Diario (Sfogatoio)
Il mio nome dovrà essere un piacevole ricordo, e un amaro rimpianto per chi non ha saputo apprezzarmi.
Composto sabato 9 ottobre 2010
Il mio nome dovrà essere un piacevole ricordo, e un amaro rimpianto per chi non ha saputo apprezzarmi.
Avete presente la frutta attaccata all'albero? Alcune con il tempo matureranno e saranno buonissime, altre cadranno verdi marcendo. Morale della favola: il tempo, se non ti ha insegnato nulla, ti fa essere come il frutto a terra.
È strana la vita: piangi sempre, piangi per rabbia, per dolore, perché tutto va male, e poi piangi perché sei talmente felice che non credi in quella felicità. Dentro si nasconde una paura fottuta che non sia vero, ti senti l'ansia attorcigliarti lo stomaco, vedi il tuo viso felice con gocce di lacrime che brillano sulle guance.
Forse è vero, sono troppo asociale per socializzare con gli stronzi.
Ti lascio giocare con il mio corpo, con la mia mente, con i miei sensi, ma prova a giocare con il mio cuore che poi comincio a giocare e allora sono cavoli tuoi.
È difficile far capire che non si gioca con un cuore. C'è chi ama farlo, e c'è chi fa collezioni di cuori infranti. Forse ci sarà qualche premio tipo il premio Nobel dei bastardi dentro.
Il mondo è pieno di persone squisite, il problema che talmente dolci che a un certo punto ti creano nausea.
Ogni giorno di più mi accorgo che le uniche citazioni vere nei social e nella realtà sono: "vai a quel paese" o "non rompere le scatole" e gli insulti; il resto per credere devo viverlo sulla pelle.
Sono talmente vera, sincera, sensibile, che se devo mandarti a fanculo, lo faccio con tutto il cuore!
Io non ho smesso di pensare anche agli altri, ho solo smesso di pensare a chi non merita la mia attenzione, non è egoismo ma sano rispetto per me stessa.