Ho sempre immaginato una storia. Una storia d'amore. Che potesse paragonarsi a qualcosa di infinitamente vero. Che potesse stare al centro del mio mondo. Con una uguaglianza mai provata. Con una dissomiglianza equipollente. Con la medesima voglia di esserci. L'ho sempre immaginata come la costruzione di un edificio di grandi dimensioni espanso verso l'alto, per arrivare in punta di piedi a toccare il cielo. E toccandolo, avere la più grande motivazione della vita. La donna con la capacità di essere felice nella felicità. Ho sempre immaginato una storia d'amore. Quell'amore capace di arrampicarsi sui muri desolati del rancore. Capace di arrivare prima dell'abitudine. Con la voglia di essere il segreto da non svelarsi. Quella storia è solo insieme a te. E se solo potessi immaginare qualcosa di diverso, sarebbe quella sensazione di libertà che mi ricondurrebbe a te.
Non ho mai imparato a capire quanto la mia voglia di sentirmi importante abbia, in un giorno qualunque, avvertito la sensazione di un sentimento vicino. E come questo, abbia potuto unire le nostre anime per sempre. Ti ricordo come una sperduta ma fatale grazia, quando il cuore ricomincia a battere. Ed il vento che ci ha trascinati con sé. Con la mano nella mano, ti guardai sorridere e tutto di me ti sussurrava quello che saresti stata per me. Un giorno che forse era stato scritto apposta per noi due. In quel momento pensai che se la nostra voce avesse potuto raggiungere qualcuno lontano, quel qualcuno sarebbe stato l'idea di noi in un tempo diverso da questo. Per raggiungerci nuovamente in questo giorno, in cui le nostre anime hanno deciso di proseguire insieme. Guarderò attraverso gli occhi della pazienza, per ricordarti sempre, quanto tu riempi il mio silenzio. Di cieco amore.
Mi bastava una piccola cosa, ma era una vetta di montagna se proveniva da te. Fare l'amore, un attimo con tanti attimi per capire che dopo la vita ce ne sarebbe voluta un'altra, per motivare la quantità d'amore che provavo. Se anche avrei potuto morire, sarebbe stato là, in un'altra di quelle vite immaginate, la prosecuzione di noi. Non avrebbe potuto esistere un abbraccio. Non un bacio. Non una carezza. Senza te. Con le sensazioni di noi in un addio. In una notte fredda riscaldata soltanto dal tuo respiro. Con i ricordi che ti ritrovano in me. Come, adesso, nel provare a bussare alla porta del tuo cuore, con nessuna emozione che la spalanca. Il silenzio ferisce come un'illusione perdente. Ma un giorno io verrò da te, vestito della mia umiltà, lasciandoti quel qualcosa di me che mai avevi scoperto. Come una fioritura di un albero in primavera, senza nodo in gola nel vederti entrare nel mio giardino con la sorpresa della tua voce che chiama il mio nome. E con nessuna paura, ritornerà il desiderio di quello che eravamo stati. Accorgendoci solo in quel momento com'era forte l'abbandono di noi.
Ci sono momenti in cui avrei voluto vedere solo il mare ed immaginare che in mezzo all'azzurro avrebbe potuto esistere una casa dove abitare. Per poter abbandonare tutto quello che ho avuto e la maledetta sete di arrivare dove non so. In fondo nella vita ho avuto tutto. Tutto il bene ed il male. E l'unica autenticità è quella di aver amato solo te. Anche se ci fosse un'altra vita o un'altra storia da vivere, io non ti lascerò. Non cercherò l'azzurro più azzurro. È dentro i tuoi occhi. Un giorno mi dicesti che non hai mai amato così ed è inevitabile che le delusioni e le lacrime risultino più pesanti a dispetto di un sentimento oltre misura. Ma se ti amo, mi dicevi, non posso e non devo limitarti in nulla. Ho capito che devo rinunciare ad una parte di te che non sarà mai mia. La parte per me, saprò accudirla ed amarla in modo assoluto. Ed io ti leggevo come un libro che sa di una verità ancora da sentire dentro e pensavo che non mi sarei mai perduto nelle tristezze della vita. Volevo quella verità da dividere in noi. E ancora oggi ho con me la gioia di te che si rafforza come una forza da ignorare. Arriverò come una lenta onda, per lavare tutti i dubbi, i rancori, le malinconie ancora in te. Per dirti che non ci sono parti in me che non sono tue. In un letto di sabbia ti accarezzerò, prenderò il tuo corpo nudo, bacerò le tue labbra vestite di spazi infiniti. Perché cuore io sarò per nutrire l'amore. Quell'amore che riempirà la nostra casa in mezzo al mare.
Un piccolo nulla per innescare i ricordi. Perché i ricordi hanno un rivestimento di immagini tutto loro e la capacità della mente nel ricordare è un'annotazione indelebile quando il ricordo è di grande coinvolgimento. Si sente sempre quando guardi il punto in cui si ha avuto una ferita, il dolore che hai provato. E come ti senti protetto nel sapere che dove c'era il taglio, ora il tempo ha rimarginato ed unito i lembi di pelle. Le stagioni cambiano, stagioni che si scontrano imprevedibilmente nelle stagioni. Non fermandosi, non curandosi della mia mestizia o del mio scoramento. Non mi riparerò quando un improvviso acquazzone mi bagnerà il viso e così mescolerò le lacrime alla pioggia. Pensando che tu sei stata l'amore, che non avrò più così grande. Chiudo gli occhi e arriva il buio. Apro gli occhi e non ci sei. Ma arrivano i ricordi di te, quando vestita di un sorriso ti impadronivi del mio cuore. E non è tanto per averlo abbandonato, quanto per aver abbandonato l'idea di appartenenza che ormai provava per te. Nei miei passi in cui mi porto appresso la mia ombra e dove leggo tutto di me, solo quando riesco a trascurare le sensazioni della poesia. Nei miei passi in cui riesco a credere che non ci sarà nessun'altra mai. Passo dopo passo per arrivare in un azzurro fatto di cielo e sentirmi dire ancora, siamo gli stessi di prima.
Ho chiuso gli occhi e fermato il tempo per riempirlo dei ricordi del nostro stare bene insieme. E di quanto le nostre stagioni erano così piene di noi. Ma gli attimi assommati ad uno ad uno costruiscono i giorni ed i giorni sono il tempo. Che cambia le cose. Che cambia le persone. Che cambia l'amore. Cerco tra la gente, qualche sensazione di me, per trovare quello che ho perso e che mai più riavrò. Il sole a volte fa male, acceca e non vedi più. Ma pensare di smettere di amare è come pensare di smettere di curarsi del proprio giardino. Correre cercando l'amore è inseguire la vita, fatta di problemi, complicazioni, dolori. Ma vita da vivere. E se l'amore mi ritroverà, io sarò ancora io. Senza trasformismi, per regalarmi la mente e non pensare al passato. Un passato che galleggia nel mare dei perché. I perché inquietanti, con la paura di amare e non amare più.
L'unico padrone di me stesso è il mio cuore. Come un'aquila in volo che non può fare a meno delle sue ali. Come un'estate finita che ha bisogno del sole per poter vivere ancora. E la mia vita priva di fulmini sfolgoranti, girando senza un itinerario ben preciso, ben sa quanto tutto potrebbe essere diverso. Per avere giorni in cui mettere al centro del proprio universo il tempo che passa. Che passa consapevolmente. Perché tu accanto a me, potresti essere le ali di un'aquila in volo, il sole di un'estate che non finisce mai. Tu accanto a me. Perché mai più potrò amare così. Mai più potrò dare baci come quelli dati a te. E tu prendimi come nei nostri giorni più intensi. Con i nostri corpi nel vento in giorni antichi che sembrano appena vissuti. Liberando i nostri occhi, liberi di vedere. Sai, non era una burla il dire che mi piaci spettinata o semplicemente l'eccesso o il fine per non farti cambiare nulla di quello che sei. Forse il sentirci diversi non era solo racchiuso in quella camera dove, una volta chiusa la porta, il mondo restava fuori. E fare l'amore, una miriade di bimbi festosi che urlano e giocano sui nostri cuori. I tuoi capelli su di me, come una luce che abbaglia, la luce dei tuoi occhi. Fare l'amore, come una festa di mani, di fianchi e di pelle liscia e morbida. La felicità è rimanere ancora un po' con te. Dove tu hai fermato il tempo. E dimmi, ti accorgerai quanto amore c'è. L'unico padrone di me stesso è il mio cuore. Come una grande onda che non può fare a meno dell'inerzia per crescere. Come una grande corsa che ha bisogno di tanto fiato per non fermarsi. L'unico padrone di me stesso è il mio cuore. Il mio cuore, che è sempre stato tuo.
Capirai mai, quanto male si sta nell'attendere qualcosa che non arriva. Con gli occhi chiusi per non voler vedere. E con l'attesa che osserva te. Con la vita che continua e che sfiora soltanto leggermente, le tue percezioni. Come è lontano quel momento di noi. Come sei già lontana. Come guardare un treno che passa. Veloce. Ma che non si porta via tutta la malinconia. E vorrei credere, mettendomi un paio di occhiali scuri, che tutte le mie illusioni possano nascondersi tra me, affinché ancora per un poco possa trattenere la speranza. La speranza, un'arma capace di sostenere la mia voglia di credere negli occhi tuoi. Quello che vuole lo prende l'amore e spesso lascia vuote le tasche del cuore.
Il sogno, tra i miei pensieri. Per non svegliarmi e non accorgermi di essere stato poco accorto nel renderlo reale. Affinché tu non possa uscirne. Fermare tra gli occhi il tempo che se ne va per credere che ci sia una vita in più, per noi. Non c'è verità assoluta se non ci si spia dentro. La mia stella è la più luminosa stasera e tu sei troppo lontana. Come un forte vento, che lo senti per un attimo con te e subito dopo è fuggito via. Ma se correrò a fianco a lui, mi sembrerà di volare. Come una veloce occhiata che è padrona di tutto intorno. Un'occhiata in cui racchiudo anche quello che non vedo. Per non dimenticare. E tu non dimenticarti di me.
È qui che io adesso resto. Mai più lontano da te. Sarebbe facile andarsene e lasciare che tutto sia stato così inutile. Forse, prima o poi, mi vedrai nitidamente. Tu sai che non sapremo mai cosa saremo nel nostro domani, senza di noi. È qui che io adesso resto. In questo tempo in cui il vento ha la meglio sulle speranze, sui sogni. Sull'amore. Non ci saranno nuovi sguardi, né gesti che possano neppure vagamente attenersi. Non frugherò con la mia solita malinconia, negli angoli del mio cuore per ritrovarti. Perché tu sarai già così. Guarderai lontano, chiedendoti chi sarai senza me, chiedendoti se mai ne è valsa la pena stare lontana dall'amore. Se tra le nostre lacrime, abbiamo trovato ancora un po' di noi. È qui, che io adesso resto. E se pure tu resterai, ritroverai questo amore. Perché un altro non può esistere. Come un viale stretto, a cui dovremo dedicare tutto il tempo necessario per percorrerlo insieme, sapendo che se non ci terremo per mano non potremo contare i passi della nostra vita.