Come potrei dire il contrario se tu non ne sei così convinta. Di quanto il mio bene abbia sempre voluto avvolgerti. E di quanto tu non lo abbia mai capito. Forse non si deve sempre perseguire l'ultimo giorno, perché la fine non abbia sempre un inizio. Il mio sbaglio è stato quello di voler sempre così sbagliare. Ricercare sempre il continuo ricominciare da capo. Io voglio saperti felice. Probabilmente il lasciarti andare è la cosa migliore. Non mi cercare, quando ti specchierai nell'immenso blu dei tuoi occhi dove io mi sono perso tante e tante volte. So che avrai la tua solita fermezza che ti impedirà di compierlo. Ti inebrierai con la ritrovata voglia di andare. Ti lascerò nella ricerca di te. Ti penserò e mi darà benessere pensarti sapendoti felice. Poi farò uscire dal cuore l'ultimo mio abbaglio di felicità nel ricordarti. Per non capire mai, quanto tu stia bene nel mondo che ti circonderà. Dimmi se al volere così tanto qualcosa e non averlo realizzato al cospetto di tutti, può bastare la sconsolata vittoria di averlo avverato solo dentro di noi. "Tu pensami felice, non pensare a me con la malinconica certezza di sapermi fragile davanti a te. Tu sei l'amore indelebile, quello che non passa. Credere nella felicità è come creare un libro di fantasia, che quando si arriva all'ultima pagina si ha nel cuore la dolcezza autentica di crederci davvero. Ci sono sempre più sfumature nel costruire una felicità che possa rispondere ad una realtà senza pregiudizi. E voglio questa realtà al posto del rimpianto. Perché dico spesso, che un tramonto è l'immagine che più mi fa immaginare l'amore, ed è come una verità eterna immaginarlo con te". E come potrei darti torto.
Guardare il raro volo circolare di una capinera, in un giorno in cui tu sei andata via con la rabbia di chi si sente delusa e non sa che non lo è stata, ha la netta sensazione di un moto che si ripete senza avere una fine. E certo che in alcuni delicati momenti vorrei fosse proprio così, ma non oggi che quella circolarità ha una approssimativa conoscenza di quello che siamo. Non sempre c'è qualcosa da capire o da spiegare, perché rimane quel qualcosa che un giorno ci ha fatti amare d'istinto. Ecco, l'istinto. Che non fa dimenticare le pagine scritte con la nostra storia. Ed ogni volta che vai via così, nel modo più crudele, confronto quelle che sono le tue ragioni con le mie logiche che non sempre hanno il piacere di essere accettate da te. Ma come vorrei, potessimo vedere senza trucchi o poca veridicità, volare quella piccola capinera in modo che possa comunicarci ciò che pensiamo davvero. Come un volo invadente che tutto sa e tutto vuole. Impenetrabile, quando cercavo di tirarti a me per abbracciarti, volendo solo che l'amore ci tenesse uniti. La via che ci ha visti insieme è rimasta là, senza più noi due. Ed io dalla mia sedia, guardo oltre la finestra aspettando qualche tuo gesto che non abbia il sapore di un inutile girotondo.
Mi rimarrà come un'eredità del cuore ed un testamento della mente, questo periodo così felice, nato nel mezzo di un tempo disperato. Un periodo sventurato in cui l'unico traguardo era il suo veloce termine. E se io dovessi rivedermi in quel tempo, sarei l'archetipo di un'immagine di me dal contenuto primordiale in un ipotetico ambiente ancestrale nel quale non si vorrebbe mai abitare. Ma più il tempo cadeva e non reggeva, più reticente diventava la voglia di lasciare la mia direzione verso di te. Per l'istintiva paura di rimanere al buio. Per l'istintivo desiderio di voler dormire per dirti di svegliarmi ad ottobre, nel giorno che sai. In quel momento essere felici, era come pensare di raggiungere un sogno che non avremo mai posseduto. Se ora lo possediamo, come un dolce canto del mare che ritroviamo parte della nostra vita, sappiamo che non potrà più abbandonarci perché la nostra forza è un possente pensiero che abbraccia le nostre unite anime. Il pensiero di ritornare ad essere felici, felici come ora lo siamo. Indivisibili. Unici. Domani, nel ricordare l'oggi, mi rimarrà un'immagine di noi, come una di quelle indimenticabili fotografie che io ti ho sempre chiesto ma che tu non hai mai voluto farti scattare da me.
Quando il mondo si ferma e superi i confini della vita, non si ha più armi per combattere le nuvole che ti schiacciano. Ho avuto la percezione della morte incombente, come un'aquila che veloce scende, rapace, per togliere quel respiro a cui ti aggrappi disperatamente. E disperatamente, nello smarrimento totale, confuso ma consapevole, ho avuto un unico pensiero, un solo riferimento venuto a galla nella mente come una lacrima improvvisa scende sul viso per cadere velocemente a terra. Quello di avere la possibilità di poterti ancora parlare, per dirti quanto tu sia stata il dono più bello, quanto tu sia stata e sei importante per me. Per lasciarti le mie parole e togliere ogni dubbio e rancore dal tuo cuore. Amore mio...
Se scrivo l'amore è perché ho così necessità di averlo che scrivendolo lo sogno, come si fa con un destino sconosciuto che vorresti si rivelasse in un momento. Quello che mi può rendere felice è così astratto che solo una giornata impensabile e mai vissuta lo può comprovare. D'altronde quello che ho sofferto e quello che ho gioito, ha poco a che vedere con quello che vorrei creare. Ho sempre creduto che l'amore fosse unico, che nel cercarlo potessi non sbagliare mai. Ma gli sbagli arrivano senza cercarli, come dopotutto similmente è l'amore. Quanta sicurezza c'è nel capire quanto sentimento ci piove addosso oppure se la vita è con noi come un vecchio avaro che aspetta la sua morte per fare la carità. Riuscire dove pochi riescono, perché come posso accontentarmi quando dentro me sono così esclusivista, desiderando incendi, vulcani in eruzione nel mio cuore e nella mia anima. Riuscirò a strapparti da te come battiti assordanti che maltrattano i ricordi eterni, come un vento sterminatore che distrugge le mille immagini della mente. E quando sarà, mi fermerò ad ascoltare gli attimi che dapprima prosciugheranno il vuoto e poi inonderanno di felicità il mio cuore. Indovinerò i profumi e gli odori di te, che si agiteranno dentro me come ali di un cigno impazzito nella sua danza.
Mentre ti accorgi che non ne puoi fare a meno, consideri la voglia di scavare dentro te come un improvviso risveglio da un torpore che rallenta la capacità di riflettere. Con la caparbia opinione di ritrovarsi, per immaginare di iniziare il lungo viaggio che ti porterà a varcare i confini che fino ad oggi ti sei dato come perimetro di te. Ma tutto è un sottile nulla, un inutile dubbio, quando ti accorgi che un singolo movimento è un istante di eternità. Un'eternità abitata da te, mio amore, che hai tolto la protezione al mio cuore, liberandolo dall'incapacità di percepire ogni possibile forma di emozione. Come un'attitudine vitale ed imperfetta, il lessico della mia mente lo descrive. Incontrollabile, come uno sconosciuto vento di scirocco. Incontenibile, come una grande ondata di un oceano agitato. Irrefrenabile, come un treno in una perduta corsa. Irresistibile, come uno sguardo pieno di passione. Invincibile, come un gladiatore nell'arena. Il mio amore per te.
Potrei chiederti di dimenticarmi e nello stesso tempo, sperare che questo possa accendere in te la voglia di ricordarmi. Infinito il tempo per capire il tuo cuore, finito il tempo per intendere che avere qualcuno in cui si crede, apre le porte della speranza, quella di avere una propria ragione di vita. Imprigionato, padroneggiato dalla paura di perderti, ma nulla posso se non nasconderlo a te cosicché possa apparirti sicuro e coraggioso nell'affrontare il tuo possibile e non voluto allontanamento. Ma non farlo, non devi. Amami invece abbandonatamente, per non chiedere mai dov'è finito il tuo bacio, per non ascoltare mai il silenzio della notte. Senza te. Non voglio il sole, non voglio la luna. Voglio solo una vita semplice nella sua chiacchierata complessità. Con te.
Rimpiango il tempo. Quello che non abbiamo passato insieme. Ti guardavo tutta mentre ridevi e parlavi, immaginandoti nei momenti dell'amore. Immaginando il tuo corpo nudo accanto al mio, immaginando di baciarlo in ogni sua parte. Avrei voluto spogliarti lentamente e accarezzarti come si fa con i petali di un fiore e sollevare dal tuo cuore tutti i rancori, tutti i malumori, dolcemente, per farti capire quanto grande sia il mio amore. Mai così ci siamo sentiti, come mille difficoltà che all'improvviso diventano mille sogni. Poche volte nella vita ci sono situazioni che arrivano come una luce, che rischiarano un ambiente il quale ci appare molto più grande di quello che è.
Oggi ti avrei portata in uno di quei nostri mondi raggiungibili solo da noi. In uno di quei sogni il cui senso costituisce la parte trasversale di un legame indissolubile. In una di quelle opere occulte dove il raggiungimento di uno scopo viene perseguito con ogni mezzo. E quando parlavamo di andare via, avrei oltrepassato il limite degli abbracci per strapparti dalla realtà, il limite dei baci per arrivare a capire che il calore di tutto ciò ci spiega che nel domani non saremmo come adesso. Che invece aspettiamo mestamente l'alba, guardando i granelli di polvere che ogni giorno si posano sui nostri ricordi.
Da sempre il blu è il mio colore preferito. Senza darmi una spiegazione, come un fatto naturale. Cosa può indurre una persona a preferire un colore anziché un altro? Ogni colore esprime un proprio stato e chissà quali influenze ne otteniamo. Me lo sono portato dietro nella vita, come un riferimento gioioso, il blu è bello mi dicevo. È il colore del cielo, del mare e della pace interiore. È il colore dell'intercessione, dei sentimenti, della soprannaturalità, di un'eternità inaccessibile e inspiegabile. Poi ho avuto una rivelazione, incontrando te. E tutto quello che pensavo precedentemente non ha avuto più valore. Ho capito che il blu, è il colore dei miei sogni. Quello dei tuoi occhi.